(ITALIAN) L’IMPORTANZA DEI CORPI CIVILI DI PACE OGGI
COMMENTARY ARCHIVES, 2 Apr 2009
Prof. Alberto L’Abate – Member of the TRANSCEND Network for Peace and Development
L’Opinione di Quattro Generali
Il secolo passato è stato quello nel quale sono morte più persone a causa delle guerre che in tutti secoli precedenti messi insieme, ma anche nel quale questi morti, che in precedenza erano in gran parte militari, sono stati in grande maggioranza civili. Si parla del 97% di morti civili nelle guerre moderne. E’ perciò urgente trovare metodi alternativi alla guerra ed alla violenza armata per difendere paesi da una eventuale aggressione esterna, o per trasformare regimi corrotti e autoritari in altri più democratici.
Ma nessuno meglio dei generali che hanno dovuto vedere in prima persona gli orrori della guerra ne possono parlare con migliore conoscenza di causa, e possono indicarci la strada per fare questo. Accenneremo a quattro di questi: uno americano, uno inglese, uno italiano e infine uno francese.
Il primo è il Generale D. Eisenhower, già comandante in capo delle forze alleate in Europa durante la seconda guerra mondiale, diventato poi il 34mo Presidente degli Stati Uniti. Questi, in uno dei suoi primi discorsi come tale, ha detto: “Io odio la guerra come solo un soldato che l’ha vissuta può odiarla, così come uno che ha visto la sua brutalità, futilità, stupidità” ed oltre: “Ogni cannone costruito, ogni nave da guerra varata, ogni missile sparato, significa, alla fine, un furto verso coloro che hanno fame e devono essere sfamati, verso coloro che hanno freddo e non hanno di che coprirsi.
Questo mondo non spende per le armi solo denaro, ma spende il sudore dei suoi operai, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi figli. Questo non è un modo di vivere nel vero senso della parola. Sotto le nubi della guerra c’è l’umanità appesa ad una croce di ferro (16 Aprile 1953). Ed il 17 Gennaio 1961, nel suo discorso di commiato alla nazione, dopo due mandati, aveva ammonito la popolazione del suo paese a stare attenta al complesso militare–industriale che era anche più potente dello stesso presidente e che non era affatto interessato alla pace ma che avrebbe tentato, per mantenersi in vita e potenziarsi, di portare il paese verso sempre più guerre(1).
Speriamo che Obama, sulla nomina del quale a Presidente degli USA si sono accese tante speranze per un futuro più pacifico e più ecologico, non si lasci troppo influenzare da tale complesso.
Il secondo è il generale inglese Harbottle, autore del primo manuale del peace-keeping delle Nazioni Unite.
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