(Italian) Marchio Legacoop sui Global Hawk delle Forze Armate USA
ORIGINAL LANGUAGES, 25 Oct 2010
Antonio Mazzeo – TRANSCEND Media Service
Codice etico zero ma milioni e milioni di euro fatturati con le Grandi Opere dal devastante impatto ambientale (Ponte sullo Stretto, TAV, Quadrilatero Marche-Umbria, ecc.) e finanche con la nuova base dell’esercito USA al Dal Molin di Vicenza. Ma l’appetito vien mangiando e con l’autunno è giunta una commessa che fa tramontare irrimediabilmente l’immagine “sociale” della CMC – Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna, l’azienda leader del settore costruzioni della Lega delle Cooperative. Il 24 settembre 2010, il Comando d’ingegneria navale del Dipartimento della Marina militare degli Stati Uniti d’America ha assegnato alla società ravennate i lavori per realizzare a Sigonella un megacomplesso per le attività di manutenzione dei Global Hawk, i sofisticati aerei di spionaggio telecomandati delle forze armate USA e NATO, buona parte dei quali destinati ad operare dalla base siciliana. La CMC avrà tempo 820 giorni per completare quella che è stata definita dal Pentagono come un’opera d’«importanza strategica» per gli interessi USA in Europa, Africa e Medio oriente. Il Dipartimento della difesa ha dovuto sostenere un faticoso braccio di ferro con il Congresso per ottenere l’autorizzazione a realizzare il cosiddetto Global Hawk ACFT Maint Facility Sigonella Sicily. La richiesta è stata accolta solo a fine 2009: 31 milioni e 300mila i dollari posti in budget ma la CMC , contractor di fiducia del Pentagono, ha ritenuto conti alla mano di poter fare tutto e bene con metà dei fondi a disposizione. Il contratto firmato è di “soli” 16 milioni e 487mila dollari.
Secondo il bando di gara pubblicato dal Comando d’ingegneria navale per l’Europa, l’Africa e l’Asia sud-orientale (NAVFAC EURAFSWA), il nuovo complesso per i famigerati Global Hawk sarà composto da «un hangar con una superficie di 5.700 metri quadri e quattro compartimenti per le attività di manutenzione, riparazione ed ispezione dei velivoli senza pilota». «L’hangar – si legge nella scheda tecnica predisposta dall’US Air Force – sarà composto da una struttura di acciaio, costruzioni in muratura, tetto con giunture metalliche, pavimenti in cemento, infrastrutture varie, pavimentazioni e reti per la comunicazione. Saranno necessarie la demolizione dell’esistente vano test motori così come le operazioni di bonifica ambientale. È inoltre prevista l’installazione di generatori elettrici, sistemi idrici, anti-incendio e di controllo anti-intrusione ed anti-terrorismo».
Ancora più dettagliata la descrizione delle finalità operative dell’infrastruttura. «Il velivolo Global Hawk richiede uno spazio coperto per gli interventi del personale specializzato, utilizzabile in qualsiasi momento, che garantisca le ispezioni standard, una migliore manutenzione dei sistemi di approvvigionamento carburanti, il riparo delle componenti aeree, le operazioni pre-volo così come quelle di miglioramento e modificazione di ordine tecnico. L’hangar assicurerà un’area per i depositi di macchinari e per supportare la manutenzione delle infrastrutture, ricevere componenti aeree, eseguire le operazioni di carico e stoccaggio ed ospitare gli spazi per gli uffici e i centri amministrativi». Il Complesso di Sigonella sarà in grado di intervenire simultaneamente su quattro Global Hawk.
Il primo dei velivoli senza pilota in dotazione all’Air Force è giunto in Sicilia una ventina di giorni fa; altri due dovrebbero atterrare entro la fine di quest’anno. Stando alle previsioni dei general manager della Northrop Grumman, l’azienda produttrice, entro il 2013-2014 Sigonella ospiterà sino ad una ventina di aerei-spia. Oltre all’US Air Force, anche l’US Navy è intenzionata a installare nella base i Global Hawk ordinati nell’ambito del nuovo programma di sorveglianza aereo-marittima BAMS, mentre la NATO prevede di trasferire in Sicilia 8 Global Hawk nella versione “Block 40” per il nuovo sistema di sorveglianza terrestre alleato AGS (Alliance Ground Surveillance), i cui centri di Comando e controllo saranno installati proprio a Sigonella.
Nella grande base militare siciliana la CMC è ormai di casa ininterrottamente dall’ottobre 1996, quando ottenne dal Dipartimento della Difesa i lavori del cosiddetto piano “Mega II” consistenti nella «demolizione e ricostruzione di 4 edifici a NAS 1, e d’infrastrutture aeroportuali e nuovi edifici amministrativi a NAS 2», per un valore complessivo di 88,5 miliardi di vecchie lire. In quell’occasione i vertici d’Impregilo – altro grande colosso delle costruzioni ed odierno partner della coop nei lavori per il Ponte di Messina – denunciarono che la CMC si era aggiudicata la gara con un’offerta di 2 miliardi e mezzo di lire superiore alla propria. «La Marina militare USA che ha commissionato l’opera, ha scelto noi premiando la qualità del progetto che prevede un costo superiore a quello proposto da altre imprese concorrenti. Gli americani, insomma, hanno avuto fiducia nella nostra affidabilità», fu la risposta dell’allora ed odierno presidente della società ravennate Massimo Matteucci, neoeletto presidente del consiglio di sorveglianza del Consorzio Cooperative Costruzioni CCC di Bologna, il socio CMC nei lavori per la nuova base di Vicenza.
Da allora il flusso di denaro USA nelle casse della CMC è stato inarrestabile. Stando alle stime del Pentagono, nel solo periodo compreso tra il 2000 e il 2007, alla CMC sono stati assegnati lavori per 193 milioni e 144mila dollari, tutti a Sigonella. All’interno della stazione NAS1 ad esclusivo uso statunitense, la coop “rossa” ha realizzato nel 2002 il Centro commerciale Commissary and Navy Exchange (importo 20,7 milioni di euro, designer l’Ing. A Bortolazzi Consulting Srl di Ferrara): 45.000 metri quadri di superficie, un parcheggio per 374 posti auto, decine di negozi con differenti offerte di merci (fiori, libri, prodotti di bellezza, gioiellerie, materiali fotografici, elettrodomestici, ecc.), un’ampia area di ristorazione, centro computer, uffici amministrativi, ecc..
A partire del 2005 alla CMC sono stati assegnati invece i lavori per il piano “Mega III”, importo 76,3 milioni di euro, consistenti nella «realizzazione a NAS1 e NAS2 di strade, parcheggi, piazze, aree attrezzate a verde, sei edifici polifunzionali, un complesso sportivo e ricreativo, una cappella per le funzioni religiose, una nuova centrale telefonica, gli uffici di sicurezza della Marina USA, un’infrastruttura adibita a ristorante e club, una scuola materna ed un asilo nido, un centro amministrativo e due Community Building dotati di clinica veterinaria, ufficio postale, centro giovanile, agenzia turistica e biblioteca». Nel gennaio 2008 la CMC di Ravenna ha pure concluso i lavori del cosiddetto “Mega IV” (Multiple Buildings Naval Air Station), realizzando una scuola all’interno di NAS1 e altri 7 edifici con varie destinazioni d’uso, prevalentemente uffici ed officine, nell’area aeroportuale di NAS2. L’ammontare delle opere è stato di 59,5 milioni di euro.
La CMC di Ravenna ha pure tentato d’inserirsi, sino ad ora con poca fortuna, nel grande business dei complessi turistico-immobiliari e dei villaggi destinati al personale USA di stanza a Sigonella. Nel sito web della Koyné Progetti Srl di Ravenna, si accenna alla stesura nel 2005 – per conto della coop di costruzioni – del «layout preliminare del “Residence Saia di Roccadia”». Nove palazzine-alloggio circondate dal verde e campi sportivi nel territorio dei comuni di Lentini e Carlentini perché i militari d’oltreoceano possano vivere con il massimo confort le licenze dai teatri di guerra africani e mediorientali.
This article originally appeared on Transcend Media Service (TMS) on 25 Oct 2010.
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