(Italiano) Saddam, Osama, Gheddafi, Chavez – e Obama
ORIGINAL LANGUAGES, 17 Feb 2014
Johan Galtung – TRANSCEND Media Service
Realtà contemporanea, ma che cos’è reale? Due sono stati uccisi sotto il controllo di Obama; Osama giustiziato da Obama con modalità extra-giudiziarie, a sangue freddo, gli altri due da intermediari (di Chávez non sappiamo bene). Due di essi erano dittatori; Osama non aveva uno Stato, Chávez sì, ma vinse elezioni a quanto pare non più addomesticate di quelle in Florida nel 2004, in Ohio nel 2008.
Quali erano i problemi, come avrebbero potuto essere risolti?
Un problema chiave, senza dubbio, era il “socialismo arabo”, uno slogan basilare mezzo secolo fa quando il colpo di mano di Nasser portò il mondo arabo fuori dall’imperialismo capitalista-laico francese-inglese-italiano seguito all’impero ottomano – in Libia-Iraq-Siria, e in altri luoghi.
Un vettore di tale idea era il partito Ba’ath in Iraq e in Siria, i cui personaggi chiave erano Saddam Hussein e gli Assad padre e figlio (che non hanno – ancora? – ucciso). L’idea si diffuse in Afghanistan nel colpo di stato del 1973, e fu raccolta da Gheddafi, espressa nel Libro Verde.
Nella cui Parte Uno sostiene la democrazia diretta, non parlamentare; nella Parte Due sostiene il socialismo, non il capitalismo; e la Parte Tre riguarda la Base Sociale, la “forza trainante della storia”: la famiglia, la tribù, la nazione, le donne, le minoranze, i neri (che prevarranno nel mondo), l’istruzione, le melodie e l’arte, gli sport-l’equitazione-gli spettacoli – prendendo vigorosamente posizione contro la boxe e la lotta in quanto “selvagge”.
Gli islamisti in questi e in altri paesi post-coloniali raccolsero la repressione dell’islam e il suo laicismo post-ottomano. Gli USA, con i propri regimi-clienti europei a reggergli bordone, fecero uso degli islamisti contro i socialisti; una flagrante stupidaggine con ben note conseguenze. Alcuni potrebbero aver proposto di usare i socialisti contro gli islamisti; molto meglio sarebbe stato aiutare il risveglio musulmano-arabo. Ma l’anti-comunismo CIA-USA indirizzava le loro politiche, non serviva o si voleva alcuna comprensione più profonda. Operare per gli affari USA, la CIA, ecc. stava minando di fatto tutto il loro impero.
Però l’ignoranza s’accompagna sovente a un’arroganza che non tiene conto dei fatti; e la politica viene determinata dal prodotto di entrambe. Inoltre, non bisogna mai sottovalutare l’inerzia burocratica (professor Graham Allison). Il risultato è stato che le politiche preferite dalla gente, di alfabetizzazione, di maggiore uguaglianza per le donne, di elementi di previdenza sociale, sono state sconfitte. Ma l’Occidente ha un martello, armi, e considera tutti i problemi come problemi di sicurezza: la propria. E ha un rimedio: la democrazia; senza federalismo, insignificante in paesi profondamente frammentati.
Ma Saddam Hussein non era solo un dittatore; uccise anche la sua stessa gente, curdi, a Halabja – gas? Non proprio ovvio. Potrebbe anche essere stato l’Iran a caccia dei propri curdi in fuga, o i combattimenti fra Iraq e Iran, che usavano entrambi il gas, venduto loro dagli USA. Forse Saddam ne sapeva troppo e avrebbe potuto renderne testimonianza rivelatrice in un processo anziché venire impiccato prima per un crimine minore.[2]
Osama era un islamista, non un socialista; si veda Messages to the World–The Statements of Osama bin Laden [Messaggi al mondo: le dichiarazioni di ObL] (Londra, New York: VERSO, 2005; riveduto da Bruce Lawrence, ed. it., Messaggi al mondo, Fandango, Roma 2007). Il suo nemico non era il capitalismo, né l’ebraismo o il cristianesimo, bensì il laicismo. Il libro inizia con “Il tradimento della Palestina” e finisce con “Deporre i tiranni” – la casa regnante saudita. L’amministrazione Obama confuse il suo entusiasmo per l’11 settembre con l’esserne l’organizzatore, ma non fu mai in grado di fornire alcuna prova.
Anche Chávez era diverso; un cristiano colpito dalla vita di Gesù con i poveri, un social-democratico di sinistra, e un bolivariano, che condivideva la visione di Bolivar di un’America Latina (e il Caribe). The Fascist Coup Against Venezuela [Il colpo di stato fascista contro il Venezuela] (L’ Avana: Plaza, 2003) di Hugo Chávez lo evidenzia chiaramente. Si farebbe bene a leggere questi libri, cum grano salis.
Sì, due di essi erano dittatori, tre con Assad, di paesi lacerati da linee di faglia; colonie occidentali gestite brutalmente da Roma-Londra-Parigi; che esigevano una democrazia che i colonialisti non concessero mai. E una fine alla violenza, tranne la loro, che distrusse Iraq, Libia, Afghanistan.
Visioni molto intense, di denuncia di quanto hanno fatto gli europei, in un mondo di stati, che stanno comunque perdendo rilevanza, eccetto i più grandi. Nessuno spazio per la “egemonia mondiale” USA o il dollaro USA come valuta mondiale.
Sì, tutto ciò era fastidioso per gli USA perché tutti e quattro avevano visioni aldilà dell’economia e della politica nazionali: per Saddam (con gli Assad) un mondo arabo unificato; per Gheddafi anche un’Africa unificata con il proprio fondo monetario e la propria valuta continentale; per Osama l’umma islamica, la comunità dei credenti; per Chávez l’unità dell’America a Sud degli USA.
Chi è questo Obama, a proposito? Responsabile, secondo Nick Turse di The Nation, di uccisioni in 134 paesi, e come tale seminatore di 134 contraccolpi (blowbacks)? [i] Un presidente con una retorica da democratico di sinistra e politiche estere da repubblicano di destra, che ha tradito i suoi elettori e la democrazia stessa – un contratto fra eletti ed elettori— punito nelle elezioni di medio termine del 2010, che ha paralizzato gli USA con una disconnessione fra i poteri legislativo ed esecutivo – predicatore della democrazia; senza alcuna visione mondiale. Che cosa avrebbe dovuto fare?
Capire che ci sono più centri nel mondo di cui tenere conto nel modo migliore. Anziché istigare contrattacchi – presto anche da al-Maliki e Karzai – rispettare questi sforzi per l’unità basata su rapporti uguali, con degli USA più modesti. Imparare dalla storia USA, dalle esperienze accumulate, dalla sconfitta del colonialismo di Londra a una terribile guerra incivile, dalla dinamica angosciosa della schiavitù sino alla sua abolizione, de jure dopo 350 anni, de facto dopo 450? Imparare a stare sul versante della storia – come dice egli stesso.
Sappiamo come andrà a finire. La recente conferenza CELAC all’Avana la dice tutta: i capi di stato di quasi tutti i paesi a Sud degli USA, con i segretari generali dell’OAS (Organizzazione degli Stati Americani) e dell’ONU, a partecipare a questo momento della storia mondiale. E con Kerry nel novembre 2013 che sosteneva l’uguaglianza fra le due Americhe. Le conferenze d’un mondo arabo in effettiva unificazione, d’un mondo islamico, dell’Africa, commemoreranno Saddam (e Assad), Osama, Gheddafi, con vari dignitari, si spera anche USA – mentre Obama sarà stato già da tempo dimenticato. Ma non colui che iniziò tutto ciò: Fidel.
NOTA:
[i]. english-other-news.info 17-01-14.
[2] Felicity Arbuthnot, Global Research February 1 2014 (Iraq: 935 Lies, A Tyrant with “Weapons of Mass Destruction”) puts it this way: “In Kurdistan, where the people in the Iran border were terribly caught in the crossfire from the weapons used by both devastated sides (and sold to both sides by the US) Saddam Hussein was firmly in the firing line for the terrible deaths at Halabja. However a meticulous US War College report threw doubts on the facts of even that horror, stating: Iraq was blamed for the Halabja attack, even though it was subsequently brought out that Iran too had used chemicals in this operation, and it seemed likely that it was the Iranian bombardment that actually killed the Kurds“. The reference is to http://whatreallyhappened.com/WRHARTICLES/helms.html.
The late US Ambassador James Atkins told me that somebody in Pentagon had told him that Iraq did not have the type of gas used in Halabja. But, being less than sure myself I added a “maybe”.
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Traduzione di Miky Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
Titolo originale: Saddam, Osama, Gaddafi, Chavez–And Obama – TRANSCEND Media Service
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