(Italiano) Brexit, così sia; e poi che sarà?

ORIGINAL LANGUAGES, 4 Jul 2016

Johan Galtung – TRANSCEND Media Service

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Il voto è risultato come i due referendum tenuti in Norvegia nel 1972 e nel 1994. E anche molto per la stessa ragione: rottura protestante con Roma – cattolica, imperiale – per cui Enrico VIII si fece capo della chiesa anglicana nel 1534. La religione non è stata l’unica ragione, ci sono membri protestanti nordici dell’UE, più vicini al continente e alla Russia. [È una piega della] storia mondiale, poco dopo lo storico rammendo di papa Francesco e del patriarca Kirill dello strappo fra cattolici e ortodossi consumatosi fra i lontani 395 e 1054.

Il Regno Disunito è ora costituito da Londra e dintorni, dall’Inghilterra. Le implicazioni sono enormi, per il Regno Unito, la Gran Bretagna e le isole britanniche in generale, per la UE e l’Europa in generale, per gli USA e il mondo in generale. Il cavallo di Troia USA ha deciso di lasciare l’Unione Europea il 23 giugno 2016.

* Riguardo al Regno Unito-Gran Bretagna e le isole britanniche in generale.

Addio Regno Unito (UK), potremmo invece arrivare alla UI – Irlanda Unita.

Addio Gran Bretagna (GB), potrebbe invece arrivare la Scozia nell’UE.

Benvenuta la Britannia d’Inghilterra e Galles, sempre che questa terminologia gli aggradi.

Benvenuta la neonata Inghilterra, col 23 Giugno Giorno dell’Indipendenza. Indipendenza? Gli USA, avendo perso il proprio alleato entro la UE, rammenteranno presto a Londra il loro “rapporto speciale” da portaerei inaffondabile, atta anche a compiti letali – magari qualcuno lo ha anche voluto. Eppure, l’Inghilterra ha avuto addosso l’intero Establishment Globale, se mai ce ne fosse uno, a fare pressione perché rimanesse. Non sono rimasti. Nella qual cosa c’è un che di sorprendente, per quanto la relativa campagna non fosse all’altezza. Eppure, c’è qualcosa di particolare in queste isole britanniche, una storia condivisa e contorta fra anglo-sassoni e celti, vichinghi, normanni – un impatto enorme sul mondo adesso sbrindellato, ridotto a pezzi nuovi. Può darsi che sia giunto il tempo per qualcosa che il sottoscritto aveva proposto a un incontro di ONG alla sede del Parlamento a proposito dell’Ulster/Irlanda del Nord giusto prima dell’Accordo del Venerdì Santo: una Confederazione delle Isole Britanniche (CBI) con un’Irlanda Unita, la Scozia, l’Inghilterra-Galles e le isole minori.

* Riguardo alla UE e l’Europa in generale.

Sull’eventuale versante positivo c’è l’indipendenza UE dagli USA, non scegliendo di aderire alla politica estera, militare (e universitaria!) USA anziché elaborare la propria. L’UE può seguire Francia e Germania in un’Ukraina che esse conoscono molto meglio che gli USA. Può magari un giorno incontrare la Russia in una sorta di “Casa Europea” – potesse Gorbaciov vedere una tale realizzazione prima di passar a miglior vita – e magari, si spera presto, avere un Parlamento Europeo che riconosca la Palestina come stato, chiarendo che non si tratterebbe di mossa antisemita, anti-israeliana, ma pro-semita anch’essa in quanto pro-palestinese.

Sull’eventuale versante negativo può esserci la Germania vittoriosa sulle due “guerre mondiali” in Europa su chi la debba governare: la Germania o l’Inghilterra-Francia. La Germania aveva visioni di un assetto simile all’UE con centro economico a Bruxelles e centro politico a Berlino. Dopo il 1945 fu la Francia e non l’Inghilterra a tendere una mano alla Germania sconfitta, con la stretta di mano sul carbone e l’acciaio del 1950 che prese forma nell’omonimo Trattato di Roma (che brutta scelta di nome). La Francia dovrà rifarlo, ma stavolta non dalla posizione di forza di vincitrice di una guerra, bensì nella posizione debole di un terzo livello di una stratificazione europea a cinque livelli con la Germania in cima e la Grecia in fondo, i paesi nordici in 2^ posizione, quindi i paesi latini e poi l’Europa orientale. Tale piramide dev’essere appiattita; molti fra i movimenti per l’uscita dalla UE derivano il loro impulso da tale triste realtà in ambito UE.

Ma anche da una UE noiosa pur avendo a proprio credito l’acquisizione di confini aperti, l’euro, uno spazio europeo dove la guerra è considerata impensabile. Qualcosa del disagio potrebbe provenire dal non essere padroni a casa propria, dover sempre ascoltare la Voce del Padrone? Potrebbe un sano regionalismo ispirare un nuovo accordo, come un sano nazionalismo farebbe per l’Inghilterra? Esentati dal combattere le guerre USA, liberati per costruire la pace ovunque, come nella UE? Rendendola un’unione sempre più forte o più debole? Forse più forte nella politica di pace. E magari con l’euro come valuta comune, non esclusiva, e non facendo pressione sui membri per una solidarietà senza base storica?

* Riguardo agli USA e al mondo in generale.

Questo potrebbe essere ancora un altro richiamo alla sveglia per gli USA, in un tempo in cui sono già tutti svegli meno Hillary. Un discorso sulla NATO sorpassata, l’Europa e il Medio Oriente che badano ai propri affari, le guerre come fuori portata/non convenienti, controproducenti, una certa consapevolezza che in guerra ci sono altre vittime che quelle [nord-]americane; tutte cose che sarebbero state impensabili, indicibili. Ma le vecchie abitudini condizionanti sono difficili da cambiare.

Tutto ciò apre a un’eventuale ampliarsi della crepa fra USA e Inghilterra e fra UE ed Europa. C’è un modello: la crepa fra l’Impero Romano d’Occidente (cattolico) e d’Oriente (ortodosso) nel 395, il primo dei quali sarebbe durato altri 81 anni, mentre il secondo oltre un millennio. Questa volta la spaccatura religiosa sarebbe fra protestanti evangelici ad ovest e cattolici-ortodossi ad est, con un’accorta federazione al confine, l’Ukraina, come possibile soluzione – un test fondamentale.

Un’altra soluzione: difesa difensiva contro la brutalità dell’IS, negoziati con loro, riconoscendo il loro diritto di avere uno Stato Islamico giacché l’Europa ha la sua UE, e un Califfato allorché la cristianità ha il Vaticano e i Patriarch(at)i. Imparando dall’islam in quanto a spirito comunitario e condivisione, al modo per superare la solitudine e l’alienazione, ammettendo che anche l’Occidente ha bisogno d’imparare.

E la Cina? Imparare da loro come essa fa dall’Occidente, invitandola ad inserirsi nel mondo dalla propria posizione “fra cielo e terra”.

E il mondo in generale? Che si sta allontanando dall’assetto statuale e avvicinando a uno di regioni. [Le due nuove entità politiche post-Brexit] siano una buona madre provvida per le regioni del vasto mondo, condividano generosamente con esse soluzioni e problemi. Con l’America Latina e il Caribe, l’Anglo-America – magari con il Messico in un’entità MexUSCan – l’Unione Africana, la Casa [pan-]Europea, la SAARC, l’ASEAN. E con i tre gravi assenti in Asia: l’Asia occidentale con Israele e Palestina, Iraq e Siria; l’Asia centrale con l’Afghanistan, e l’Asia nord-orientale con le due Cine, le due Coree, l’Estremo Oriente russo e il Giappone attualmente nel mezzo di una ostinata controversia nucleare.

Unione Europea: è un richiamo di sveglia! Non disperarti, diventa adulta e aiuta il mondo.

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Titolo Originale Brex’It, So Be’It; And Then What?TRANSCEND Media Service

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