(Italiano) ” Lotte per l’otto marzo ” 8 marzo 2017 ad Aosta. Action nonviolenta

ORIGINAL LANGUAGES, 20 Mar 2017

Silvia Berruto – TRANSCEND Media Service

DI FRONTE AL DOLORE DELLE ALTRE
Per #LottoMarzo
Action collettiva di donne
Aosta, Place des Franchises, 8 marzo 2017

Aosta, Aosta Valley, Italy
8 marzo 2017
Action nonviolenta per una riflessione su violenza e nonviolenza verso le donne

Stand-in è l’azione di stare in piedi, in modo ordinato e tranquillo, al fine di riflettere, per ottenere, in questo caso, il rispetto allargato delle donne, e di tutti gli esseri senzienti in generale, attraverso mezzi nonviolenti.

Un modo per richiamare l’attenzione collettiva sul fatto che è un diritto delle donne, ma in definitiva di tutti, l’essere rispettate e non essere considerate e trattate come s-oggetti di violenza.

Con 15 foto estratte dalla mostra di Giuliana Sgrena “Oltre il velo” di cui ho effettuato la curatela, esposte all’Espace Populaire di Aosta per tutto il mese di marzo 2017, 7 donne hanno “preso su di sé” il destino e lo status di altre donne. Simbolicamente, ogni donna coinvolta, ma tra loro c’era anche un uomo, ha preso e ha alzato il volto, il corpo o una situazione propria di una donna ritrattata, violata e violentata dal dominio di menti e azioni maschiliste violente.

Nelle foto di Giuliana “re-interpretate” per l’occasione, ci sono anche donne resistenti: donne liberate, anche se non sempre libere, che festeggiano l’8 marzo 2002 a Kabul o che si ribellano contro il burqa o che si “scoprono”, togliendosi il velo, durante una commemorazione di vittime della guerra.

E’ stato così.

Le compagne, e il compagno, coinvolti, hanno proposto, ed effettuato, un breve corteo silenzioso dal gazebo informativo organizzato in place des Franchises, in occasione dello SCIOPERO DELLE DONNE, sino in Piazza Chanoux, con la distribuzione di 150 copie del testo che ha dato il titolo all’action “DI FRONTE AL DOLORE DELLE ALTRE” citato di seguito.

DI FRONTE AL DOLORE DELLE ALTRE
Per #LottoMarzo
Action collettiva di donne
Aosta, Place des Franchises, 8 marzo 2017

Desidero oggi con altre donne, compagne e attiviste, fare un gesto politico, di donne per le donne, con gli uomini che vorranno condividerla, che ho voluto chiamare action.
Un’azione di protagonismo politico condiviso.

Con alcune immagini di Giuliana Sgrena, estrapolate dalla mostra “Oltre il velo” – 25 fotografie in bianco e nero e colore, realizzate dal 1997 al 2003 – visitabile all’Espace Populaire di Aosta per tutto il mese di marzo, condivideremo la visione e la con-divisione di STORIE di vita, fatte di assenze di libertà, di violazioni dei diritti umani fondamentali, di violenze silenziose perpetrate da maschi dominanti e dominatori nell’apparente accettazione e rassegnazione delle donne, spesso, non sempre, e non dovunque, sottomesse.
Estromesse dal potere dal dominio maschile.
Ma non persempre.

Alcune fotografie, non tutte, estratte dalla mostra integrale, a significare come si possano spezzare, e fare a pezzi, le vite delle donne, di tutte le età, attraverso COSTRUZIONISMI: assunti improbabili costruiti dai dominatori.
Pezzi di storie ma anche storie di donne a pezzi.
“E’ tempo di Ramadan, donne in attesa di ricevere un pezzo di pane e di elemosina davanti alla moschea” Kabul, novembre 2001 e “Donne chiedono l’elemosina davanti ad una moschea”, Kandahar, ottobre 2002 si legge nelle didascalie di due fotografie della mostra.

Decostruite e deformate dal dominio, acefalo anche se ben orchestrato, proprio di un immaginario maschile, senza un impianto teorico sostenibile se non quello afferente alla violenza.
Donne negate.
Solo apparentemente persempre.

Si tratta di fotografie che attestano anche storie di empowerment.
Dietro ad ogni immagine c’è una donna.
Dietro le fotografie c’è uno sguardo femminile: “E’ il mio sguardo e la mia particolare attenzione sulle donne.”

STORIE di donne, frammenti di un universo composito, che sanno LOTTARE insieme.
Giuliana SGRENA scrive: “Ovunque nei paesi che ho frequentato, ho trovato donne coraggiose, combattive nell’affermare i loro diritti e con la capacità di proporre soluzioni alternative ai conflitti.
UNO SGUARDO CHE VA OLTRE GLI INTEGRALISMI RELIGIOSI E LE DIVISIONI ETNICHE.”
E ancora Giuliana: “Se si tenesse conto delle elaborazioni e dei punti di vista delle donne forse si arriverebbe più facilmente alla soluzione dei conflitti.”

Sono storie di donne RESISTENTI che si RIBELLANO.
Algeri, giugno 1997, una ragazza firma la petizione per la revisione del codice di famiglia che discrimina le donne.
Kabul, novembre 2001, subito dopo la caduta dei taleban c’è chi si ribella e manifesta contro il burqa e giugno 2002, si scopre durante una commemorazione delle vittime di guerra.
“Le immagini di un’atrocità possono succitate reazioni opposte.
Appelli per la pace.
Proclami di vendetta.
O semplicemente la vaga consapevolezza, continuamente alimentata da informazioni fotografiche, che accadono cose terribili.”
Susan SONTAG, Regarding the Pain of Others, 2003.

Dall”8 marzo 2002 a Kabul alLottoMarzo 2017 ad Aosta.
Prenderemo su di NOI e sosterremo – anche con le fotografie – le lotte per i diritti delle DONNE DI DOVUNQUE.
Davanti alla forza e al dolore delle altre.
In empatia.

Con rispetto,
Silvia Berruto, fotografa, LottoMarzo 2017

OLTRE IL VELO. Fotografie di Giuliana Sgrena.
Curatela ed esposizione mostra, Torino 12-22 dicembre 2006, by Silvia Berruto, fotografa, Associazione Fotografi Professionisti TAU Visual Milano.

Donatella ha letto ad alta voce, camminando, il testo, e lo ha distribuito insieme alla più piccola donna attivista Agnès di 4 anni.

Così abbiamo interpretato e agito lo sciopero dell’8 marzo 2017.

Per me si è trattato anche di uno SCIOPERO ALLA ROVESCIA, come spesso mi capita di fare nella vita quotidiana e come ci hanno insegnato i braccianti agricoli italiani negli anni Cinquanta e successivamente l’amico e maestro, Danilo DOLCI.
LO SCIOPERO ALLA ROVESCIA è economico nella forma, “in larga misura psicologico come impatto.
[…]
I braccianti agricoli usavano questa tecnica lavorando più duramente e più a lungo di quanto toccasse loro e di quanto erano tenuti a fare in base alla retribuzione pattuita al fine di mettere il padrone in una posizione in cui gli fosse difficile respingere le loro richieste di aumenti.
Lo sciopero alla rovescia è stato usato anche per evidenziare drammaticamente la necessità di posti di lavoro per i disoccupati. Nel 1956 alcuni disoccupati siciliani guidati da Danilo Dolci usarono questa tecnica riparando volontariamente una strada pubblica per richiamare l’attenzione sulla grave disoccupazione nella zona, l’incapacità del governo di affrontarla in modo adeguato e la garanzia costituzionale del diritto al lavoro. In questa occasione Danilo Dolci e altri furono arrestati” (Gene Sharp, The Politics of Nonviolent Action, Part Two: The Metods of Nonviolent Action, Porter Sargent, Boston 1973)
/Politica dell’azione nonviolenta, 2 Le tecniche, Edizioni Gruppo Abele/

Per LOTTO MARZO ho lavorato tenacemente, e per un tempo a-economico, affinché, oltre al testo, anche l’ANIMAZIONE dell’action potesse essere ben agita, considerato il numero imprecisato a priori delle donne attiviste partecipanti ma soprattutto quello delle donne, e degli uomini, del pubblico interagente.
E’ stato necessario un lavoro di riflessione applicata affinché nell’azione silenziosa fosse garantita la comunicazione con le altre donne e con gli altri uomini di passaggio nelle vie della città e la messa in comune, con l’auspicata con-divisione empatica, di ideali e contenuti nonviolenti quali IL RISPETTO DELL’ALTRA e DELL’ALTRO.
Ovvero di TUTT*.

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Silvia Berruto, amica e persuasa della nonviolenza

® Riproduzione riservata

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