Sono iscritta alla mailing list dell’Associazione RED ‘Radical Ecological Democracy’ (Searching for alternatives to unsustainable and inequitable model of ‘development’), nata in India, dove da alcuni decenni è impegnata per promuovere salute e sostenibilità ambientale. Nel corso degli anni ha sviluppato contatti in tutto il mondo, e quasi quotidianamente accoglie e diffonde contributi da attivisti, accademici, organizzatori, comunità di base, e in generale persone impegnate nella ricerca e nella realizzazione di alternative al modello socio-economico dominante. Pochi giorni fa è stato ‘rilanciato’ da RED un testo scritto da due ricercatori austriaci, che l’hanno tradotto in inglese dall’originale tedesco e l’hanno inviato a RED proprio per farlo circolare. Il titolo è “Un’opportunità per sviluppare un sistema di trasporti ‘amichevole’ per il clima”[1].
I due Autori, Högelsberger e Brand (ricercatori dell’Università di Vienna), partono da un tema di attualità – i viaggi aerei – e lo affrontano a partire dalla situazione del loro paese, l’Austria : come far ‘ripartire’ gli spostamenti delle persone in questa fase di riapertura delle attività dopo il lockdown? Da un lato si dovrebbe offrire maggiore spazio e libertà di movimento ai pedoni. In generale, chi si sposta a piedi è la gente più povera, e gli stretti marciapiedi di molte città non consentono il distanziamento sociale. Bisognerebbe intervenire per facilitare gli spostamenti in sicurezza. Dall’altra c’è chi chiede di salvare le compagnie aeree austriache usando i soldi dei contribuenti. Ma viaggiare in aereo è nocivo per l’ambiente, ed è una scelta soprattutto praticata da persone benestanti.
Gli Autori citano alcuni studi compiuti in Gran Bretagna sull’uso dell’aereo da parte dei vari gruppi sociali: mentre la metà più povera della popolazione è responsabile di mezzo volo all’anno, la frequenza aumenta con il reddito; il 5% più ricco fa più di 3,5 voli all’anno. Contrariamente all’idea che i voli low-cost abbiano democratizzato il trasporto aereo, i biglietti economici hanno consentito ai più ricchi di viaggiare di più. In generale – secondo lo studio citato – parlando di trasporti il 10% più ricco della popolazione contribuisce 7 – 8 volte di più della fascia più povera alle emissioni di gas a effetto serra.
Alcuni dati raccolti in Austria confermano la situazione inglese: un terzo della popolazione non vola mai, metà compie al massimo un volo all’anno, e un sesto degli austriaci compie parecchi viaggi all’anno. Quindi, sia aspetti sociali che ecologici dovrebbero orientare – in questo periodo di crisi – ad apportare cambiamenti strutturali e orientarsi verso una mobilità sostenibile.
Libertà di viaggiare, non licenza di inquinare
Secondo le previsioni (pre-COVID-19) del settore le emissioni di CO2 prodotte dai viaggi aerei aumenteranno vistosamente nei prossimi anni, se non si adottano contromisure politiche. Soprattutto i voli brevi sono un disastro per il clima: secondo l’Agenzia per l’Ambiente austriaca un aereo emette 40 volte più gas serra per passeggero di un treno che percorre la stessa distanza. Se i Paesi intendono rispettare gli accordi di Parigi e fare scelte coerenti con il Green Deal Europeo, bisognerà ridurre le emissioni di gas nel settore dei trasporti del 90% entro il 2050. I viaggi aerei contribuiscono per 15% alle emissioni in Europa: per raggiungere l’obiettivo è quindi necessaria una profonda ristrutturazione dell’intera rete di comunicazioni in Europa.
In termini concreti: il finanziamento pubblico al settore del trasporto aereo – nell’attuale situazione di crisi connessa alla pandemia da COVID-19 – deve rispettare precisi vincoli. Gli Autori suggeriscono di abolire le riduzioni delle tasse concesse alle linee aeree, e di introdurre tasse sul cherosene: due iniziative che porterebbero a un significativo aumento del prezzo dei biglietti. Propongono inoltre di ridurre o abolire i voli su tratte che si possono percorrere agevolmente in treno, investendo contemporaneamente per migliorare la rete ferroviaria europea. Inoltre la crisi da coronavirus può aver dimostrato che in molte circostanze è possibile sostituire le riunioni in presenza con incontri virtuali, riducendo così gli spostamenti.
In conclusione, Högelsberger e Brand propongono non di limitare la libertà di viaggiare, ma solo di abolire la ‘licenza di distruggere il pianeta’ da parte un gruppo ristretto di persone.
Le linee aeree ‘low cost’
Secondo Kenny Jacobs, della Compagnia Ryanair,“Ryanair è la compagnia aerea più green d’Europa con la flotta più giovane […]. Le nostre emissioni di CO2 per passeggero/km sono le più basse del settore, essendo state ridotte da 82 g a 66 g nell’ultimo decennio, mentre altre compagnie aeree competitor generano attualmente oltre 120 g per passeggero/km. La cosa più importante che un consumatore può fare per ridurre la propria quota di CO2 è scegliere Ryanair. Siamo lieti di annunciare che la nostra CO2 per passeggero / km per dicembre è stata di 69 g, la metà del tasso di altri vettori di bandiera, e ci impegniamo a ridurla di un ulteriore 10% a meno di 60 g per passeggero/km entro il 2030?.
Il sito di Ryanair presenta questa Tabella, che dà un’idea dell’attività della Compagnia:
Dal 6 giugno 2020 Ryanair riprende l’attività e – per meno di 60 € – offre un volo di andata e ritorno TO-Barcellona o TO-Londra…
Secondo il sito Quale energia la compagnia aerea Ryanair entra nella top 10 dei più grandi emettitori europei. Ryanair è ora uno dei primi 10 emettitori di CO2 in Europa, decima dietro a 9 centrali a carbone. Esentata da tasse sul carburante e Iva, l’aviazione emette il 26% in più di CO2 rispetto a 5 anni fa. Negli ultimi 5 anni la quantità di gas serra causata dai voli in Europa è aumentata del 26,3%, superando di gran lunga qualsiasi altra modalità di trasporto.
Grandi somme di denaro
Come Ryanair, tutte le Compagnie che si occupano di trasporto aereo cercano di uscire dalla crisi in due modi: aumentando l’offerta, e chiedendo significative riduzioni delle tasse (sulle società, sul carburante, sui salari del personale, sui biglietti), scaricando quindi indirettamente sui contribuenti il peso della crisi.
Il caso dei trasporti aerei è solo un piccolo esempio di un comportamento assai più generale di Compagnie e Imprese che – per uscire dalla crisi provocata dal lockdown – chiedono l’esonero dalle tasse. Non solo: il mondo del business vorrebbe anche la sospensione delle protezioni ambientali, come denuncia il 17 aprile il responsabile del settore ambientale del giornale «The Guardian»: Salvataggi [2] a chi inquina e attività di lobbying durante la pandemia di Covid-19. In questo articolo, oltre alle iniziative a sostegno del settore aereo, sono elencate alcune delle manovre già in corso a sostegno di grandi aziende di produzione, trasformazione e commercio: combustibili fossili, agricoltura, motoristica, industria chimica e plastica, legname…
Industrie inquinanti in tutto il mondo stanno usando la pandemia da coronavirus per guadagnare miliardi di dollari grazie a interventi di ‘salvataggio’, associati a una significativa riduzione delle norme di protezione ambientale. Damian Carrington, il giornalista che ha firmato l’articolo, riporta l’opinione di alcuni ‘senior’ secondo i quali sono messe in campo somme di denaro di entità senza precedenti destinate alla ripresa globale – un opportunità storica per affrontare la crisi climatica. Ma finora in questa direzione nulla è stato fatto.
Informazione, responsabilità, democrazia…
Il trasporto aereo per passeggeri è solo uno delle tante attività industriali che sono state colpite in questo periodo di grandi cambiamenti. A differenza di altri settori, qui i singoli cittadini sono elementi direttamente coinvolti: le scelte personali possono pesare in modo significativo, modificando le scelte aziendali e orientando le politiche governative. Altri settori sono meno influenzabili dal comportamento dei cittadini, ed è su questi che dovrebbe essere riconquistata la democrazia: c’è un gran bisogno di un ‘giornalismo di pace’, che scavi al di là delle cronache, spesso incomplete, litigiose o inutili, per fornire informazioni trasparenti sulle questioni importanti, offrendo alla società civile gli strumenti per esercitare il diritto democratico di scegliere – attraverso i suoi organi decisionali – orientamenti delle attività produttive che siano socialmente equi e ambientalmente sostenibili.
NOTE:
[1] Let’s Use the Current Opportunity to Develop a Climate-Friendly Transport System, di Heinz Högelsberger & Ulrich Brand, april 2020.
[2] Il termine inglese è ‘bailout’= Intervento effettuato da istituzioni bancarie o pubbliche per salvare dal fallimento un’azienda privata tramite prestiti agevolati, esenzione fiscale o aiuti finanziari.
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Elena Camino è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e Gruppo ASSEFA Torino.