(Italiano) 25 giugno 1946 – 25 giugno 2021. 75 anni. E’ viva la Costituzione
ORIGINAL LANGUAGES, 28 Jun 2021
Silvia Berruto – TRANSCEND Media Service
Italy, Lombardia, Brescia 25 giugno 2021, Piazza Vittoria
Estratto dall’articolo originale
Nel 75mo anniversario della prima seduta dell’Assemblea Costituente, si è svolta a Brescia, venerdì 25 giugno 2021, la manifestazione denominata E’ viva la Costituzione. A coronamento di un percorso realizzato da Manifesto Costituente – gruppo informale di circa 50 associazioni del territorio bresciano – ri-unitesi attorno alla Costituzione della Repubblica Italiana. Nel segno dell’antifascismo, per ribadirne l’attualità, sollecitarne l’attuazione completa e, il 25 giugno, per celebrarne il portato culturale, politico e sociale.
Infatti c’è distanza fra quanto proposto dal dettato costituzionale e la realtà in termini di diritti, lavoro, libertà e cittadinanza, come si legge sulla locandina di invito alla manifestazione a cura di Manifesto Costituente.
L’idea di Manifesto Costituente è di Laura Forcella, attiva nella Commissione Scuola ANPI Dolores Abbiati di Brescia, supportata inizialmente dal suo Presidente il Professore Romano Colombini e da tutta la Commissione Scuola.
Forcella ha lanciato con grande energia, professionalità e capacità di promuovere aggregazione, un lavoro di rete durato 8 mesi culminato nella manifestazione del 25 giugno.
« L’idea è nata in Commissione Scuola nel momento più nero della pandemia, quando si pensava, da una parte, che tutto dovesse cambiare e, dall’altra, si temeva che, in realtà, questa necessità di cambiamento non fosse colta e che si potesse pericolosamente continuare come prima … quello che sta succedendo …
L’idea è stata di ricominciare a parlare di politica, proprio dal basso, per ritrovare il gusto del confronto, per immaginare un futuro che forse non è così lontano da quello che i padri e le madri costituenti avevano scritto nella Costituzione.
L’idea è che nella Costituzione è già scritto un modello di Italia che, purtroppo, non c’è ancora.
E quindi possiamo pensare di trasformarci, a partire da questo testo che non è per nulla un testo del passato ma è un testo che ci indica il futuro».
Laura ricordala facilità dell’operazione: ovvero quando la commissione scuola ha inviato la lettera in cui chiedeva l’adesione al progetto, tantissime associazioni hanno aderito subito.
«Perché probabilmente c’erano due bisogni.
Uno: quello di aggregarsi, per superare la solitudine e l’isolamento … e quindi la rete: quindi costruire rete.
Due: quello di trovare un punto di aggregazione che era la Costituzione.
…
Qualcosa che già c’è e che non è abbastanza raccontato.
[… ]
Noi abbiamo una storia d’orgoglio … che ci raccontiamo poco» conclude Laura Forcella.
Ospite d’eccezione della manifestazione è stata Luciana Castellina, politica, giornalista, scrittrice, una delle fondatrici de «Il Manifesto» parlamentare comunista e eurodeputata, classe 1929.
Castellina ha tenuto una splendida lectio magistralis sulla Costituzione della Repubblica Italiana: sul suo significato storico, politico, culturale e sociale.
Un contributo tutto da ascoltare che è riduttivo sintetizzare.
«La nostra Costituzione del resto è così speciale perché nata da una battaglia.
Non tutte le costituzioni sono nate da una lotta così vicina come è stata quella che ha portato alla stesura della nostra Costituzione.
È stata una battaglia molto anomala.
in Italia c’è stata una cosa molto diversa rispetto agli altri paesi. Negli altri paesi come la Francia, la Danimarca, il Belgio, l’Olanda si trattava di reinsediare uno stato legittimo democratico che era stato spodestato.
Da noi non c’era questo …
Il nostro stesso stato aveva prodotto il fascismo.
I volontari per la Resistenza – talvolta ci penso e ancora non ci credo – sono stati dei ragazzi che uscivano dalla guerra, o che dovevano scappare da un reclutamento forzato, di nuovo nella guerra, che sono andati in montagna senza avere alle spalle nessuna legittimazione, nessuno che li coprisse, nessuno che li garantisse che, con il loro prendere le armi, e rivoltarsi e ribellarsi, avrebbero, in qualche modo, trovato un appoggio, una legittimazione.
È stato un vero assalto al cielo!
Quei ragazzi che sono andati in montagna non sapevano neanche che cosa potesse essere uno stato democratico perché non l’avevano mai visto.
Molti di loro uscivano dalle organizzazioni giovanili fasciste e avevano maturato un’opposizione soltanto durante la guerra e per via della guerra …
Ci vuole un bel coraggio a fare quello che hanno fatto!
Questo dato specifico dell’Italia tendiamo a diminuirlo.
E un’altra cosa che non sottolineiamo abbastanza è che la Resistenza è stata certo l’elemento militare importantissimo e decisivo. Ma c’è stato un altro fattore molto particolare e molto importante, soprattuto se pensiamo poi a quello che ha partorito, cioè la Costituzione».
Castellina cita allora lo storico Roberto Battaglia e la sua definizione di società partigiana.
«Per società partigiana voleva indicare una pezzo della società civile, molto largo, che ha partecipato non con le armi alla Resistenza ma che ha costruito, via via nella Resistenza, una nuova immagine di come doveva essere fatto uno stato.
Attraverso la pratica della solidarietà, della ricostituzione della comunità che è solidale, del riconoscimento dell’altro, dell’aiuto reciproco. Attraverso, come li definì Clamandrei, con una bella frase, questi piccoli gesti della vita quotidiana hanno ricostruito le basi della democrazia. E l’hanno fatto con una partecipazione delle donne, dei vecchi dei bambini ognuno ha fatto qualche cosa.
Aprendo le proprie case a chi scappava, a chi aveva bisogno di mangiare, a chi doveva nascondersi, spartendo il proprio pane con chi ne aveva bisogno.
È in quegli anni che si è pensata la Costituzione che si è fatta poi nel 1948.
È stata costruita dall’esperienza, non da un disegno astratto o teorico, ideologico. È nata dall’esperienza.
E una delle cose più straordinarie è la partecipazione delle donne.
[…]
Le donne hanno un ruolo fondamentale, non solo come staffette. Moltissimo lo hanno avuto – erano comunque un pezzo dell’azione militare – ma nella vita quotidiana.
Ed è per questo, badate, che la nostra Costituzione è stata così.
La Costituzione è stata così perché nasceva da un’esperienza collettiva da quella che Battaglia ha definito società partigiana.
Per questo la Costituzione è così avanzata.
[…]
Sappiamo che la Costituzione non è ancora messa al riparo di assalto continui di cui è vittima nel tentativo di stravolgerne il significato.
Gli assalti sono continui.
Siamo sempre alle prese con un referendum che ha l’obiettivo di svuotare un pezzo del suo significato.
Con la scusa peggiore che c’è che è quella di dire che si è più efficienti se si discute meno».
[…]
«Oggi siamo alle prese, credo, con qualche cosa che è più grave: l’erosione della democrazia».
Il mònito di Castellina a tutti noi è di stare attenti allo svuotamento della democrazia.
«Se non ci sono le forme organizzate di partecipazione e deliberazione dei cittadini, se non c’è la soggettività che rende i cittadini soggetti anziché sudditi … non ce ne facciamo niente!
Il nostro problema oggi è come cerchiamo di dare contenuti a questa democrazia sennò non riusciremo a mantenere, a difendere, la Costituzione.
Oggi siamo di fronte dunque anche noi ad una necessità d’un assalto al cielo.
Dobbiamo reinventarci il modo di essere della democrazia. Non certo per ridurre quella rappresentativa della nostra Costituzione.
Dobbiamo reinventarci nuove forme di democrazia organizzata che riportino la gente a partecipare.
Siamo di fronte a una reinvenzione necessaria, ad avere la FORZA e la FANTASIA di reinventarci il modo in cui noi viviamo.
[…]
Dobbiamo ritornare ad una situazione in cui ognuno di noi si sente responsabile!». ________________________________________________
Silvia Berruto è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente, giornalista contro il razzismo, antifascista, amica e persuasa della nonviolenza.
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