(Italiano) Per una pace su Gaia

ORIGINAL LANGUAGES, 28 Mar 2022

Elena Camino | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

25 Marzo 2022 – Per una pace su Gaia. Dalle leggi umane alla consapevolezza dell’unità/unicità dei viventi

Un esempio di arte rupestre paleolitica: un magnifico cavallo dipinto nella Grotta di Altamira (in Spagna) tra 15.000 e 11.000 anni fa.

Un soldato di inizio ‘900: con lancia e maschera antigas, pronto alla guerra, con il suo cavallo.

La Costituzione a difesa di Gaia

Articolo 9 della Costituzione Italiana

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Gaia è in parte soddisfatta…

Di recente è stata approvata una modifica della Costituzione Italiana, all’articolo 9. L’inserimento della biodiversità e degli ecosistemi è un passo avanti rispetto al ‘paesaggio’. Viene riconosciuta almeno una parte di Gaia – il nostro pianeta vivente – tra i soggetti da tutelare, anche se c’è ancora qualche ambiguità: la tutela è motivata dagli interessi umani, e tra i viventi si concentra l’attenzione sugli animali… Sarebbe utile estendere attenzione e tutela anche ad altri organismi, per lo meno a quelli la cui ‘utilità’ è così evidente a noi umani: gli organismi fotosintetizzatori!

Quelle creature che, gentilmente, catturano energia solare, la impacchettano, e la mettono a disposizione di un’infinità di altri soggetti. In realtà sarebbe prudente proteggerli tutti, i viventi, dato che fino ad ora non abbiamo capito bene che ruolo hanno nella rete complessa della vita. Non sappiamo come funziona Gaia, il nostro pianeta vivente, e ancor meno abbiamo capito come si sta trasformando, dove sta ‘andando’ …

Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

… ma Gaia è anche molto dispiaciuta

L’articolo 11 della Costituzione è chiaro, ma ultimamente le infrazioni sono sempre più numerose. L’Italia non solo partecipa ad azioni di guerra con le sue missioni all’estero, ma ospita sul suo territorio armi di distruzione di massa; inoltre destina alla preparazione bellica una quantità crescente di denaro, utilizzato per costruire armi e venderle. L’Italia forma tanti giovani a imparare l’arte della guerra, e ogni anno paga stipendi a centinaia di migliaia di persone con una spesa annuale di decine di miliardi di dollari, tanto che (nel 2020) figurava al 12° posto tra gli eserciti più potenti al mondo.

Le forze armate occupano vaste aree del territorio nazionale, sia urbane che agricole, e per le loro esercitazioni consumano grandi quantità di energia e distruggono suoli preziosi, sottraendoli agli usi civili.  È di questi giorni la decisione di fornire armi fuori dai confini nazionali, e di aumentare le spese militari. Attualmente dunque il governo e il parlamento italiani non stanno ripudiando la guerra, ma la stanno sostenendo e finanziando, contravvenendo palesemente all’Articolo 11 della Costituzione.

Elaborare nuove sinergie

Art. 9 e Art. 11: possibili relazioni?

Noi umani non siamo bravi a sviluppare pensieri ‘complessi’: ci troviamo meglio, e siamo socialmente più apprezzati, quando affrontiamo i problemi da un solo punto di vista per volta. Lo testimoniano continuamente gli ‘esperti’ chiamati a fornire al pubblico le più recenti realtà storiche, scientifiche, geopolitiche…

Anche la scuola fa fatica a offrire modi nuovi per riflettere e capire. Il suo approccio è ancora basato sullo studio di ‘materie’ ben separate, con orari, libri e insegnanti ‘specializzati’ nelle rispettive discipline: c’è l’ora di Storia, l’ora di Lettere, o di Scienze…  Eppure è quasi più difficile ‘ridurre’ gli argomenti, costringendoli negli abiti stretti delle loro discipline, che lasciarli ‘aperti’ alle possibilità di confronti e rimandi: sarebbe così interessante collegarli, e scoprire le reciproche influenze che continuamente li nutrono e li arricchiscono di senso!

Un milione di cavalli inglesi è andato al fronte durante la Prima guerra mondiale: hanno portato i cavalleggeri alla carica, hanno trainato cannoni e ambulanze. Ne sono tornati a casa 62mila. Una ecatombe.  Gli studiosi ritengono che nella totalità del conflitto siano morti più di dieci milioni di equini. Pattuglia di cavalleria italiana in ricognizione sul fronte austriaco durante la prima Guerra mondiale | Fonte: Wikimedia, Pubblico Dominio

Per esempio, la protezione dell’ambiente e il ripudio della guerra sono strettamente interconnessi: ce ne rendiamo conto quando, invece di indossare il paraocchi di ‘Storia’ e di ‘Scienze’- esploriamo certi eventi da prospettive diverse, “adisciplinari”, e guardiamo il mondo con una varietà di sguardi: non solo con occhi umani – protagonisti di ogni narrazione – ma anche di altri soggetti – finora considerati irrilevanti, se non semplicemente inesistenti. Ma facciamo un paio di esempi, tra i tanti possibili…

Non è comune che un insegnante di storia parli in classe dell’ecatombe di cavalli sacrificati durante la prima guerra mondiale, prima dell’introduzione dei carri armati: magnifici animali, che per millenni hanno accompagnato la storia di tante comunità umane.

Ed è anche difficile che un docente di chimica – descrivendo le proprietà chimiche dell’Agente Orange [1] – si soffermi a illustrare la bellezza e a raccontare ai suoi studenti le straordinarie qualità delle foreste di mangrovie [2], prima di essere irrorate e uccise negli anni ’70 del secolo scorso da più di 70  milioni di litri di questo prodotto,  irrorato con gli aerei su milioni di ettari del territorio, nel Vietnam del Sud.  L’Agente Orange, e i prodotti tossici che ne derivarono, provocarono lo sterminio di miliardi di viventi che vivevano tra foreste, giungle, piantagioni di banane e frutteti.

Oltre ai terribili effetti tossici sulle persone, l’impiego massiccio dell’Agente Arancio ebbe sull’ambiente effetti devastanti: riduzione della biodiversità, impoverimento ed erosione del suolo, inquinamento delle acque, alluvioni, impoverimento della produzione agricola e della pesca. Un articolo scientifico pubblicato nel 2019 documenta la presenza di persistenti effetti tossici a distanza di 50 anni.

Cavalli e mangrovie, nei decenni passati, sono stati considerati irrilevanti, non degni di essere ricordati e pianti: ma quante altre creature, umane e non umane, sono state e continuano ad essere trattate come  inesistenti nel gioco perverso delle varie forme di guerra che attualmente dilagano sul nostro pianeta? I due Articoli della Costituzione Italiana, l’Art. 9 e l’Art. 11, possono essere la base di un nuovo modo di vedere il mondo, in cui soggetti diversi hanno la stessa dignità e vengono considerati con uguale rispetto.

Leggi internazionali per un mondo globale

Tra gli strumenti di cui le società civili si dotano, per risolvere in modo nonviolento i conflitti e per arginare le azioni più aggressive e distruttive progettate / realizzate da gruppi umani, vi sono non solo le leggi nazionali: stanno moltiplicandosi anche quelle di livello internazionale. La Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi del 1993 è entrata in vigore il 29 aprile 1997 e ha sancito definitivamente il bando completo di tali armi. La Convenzione sulle bombe a grappolo è stata adottata dalla Conferenza diplomatica di Dublino il 30 maggio 2008. Gli accordi internazionali vietano esplicitamente molti tipi di armi, tra i quali rientrano le mine antiuomo, le armi laser accecanti, i proiettili esplosivi.

Il 7 luglio 2017 presso le Nazioni Unite è stato approvato un Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari (UN Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons TPNW), volto a proibire la produzione, la detenzione e l’uso di armi nucleari,  e in due anni ha raccolto l’adesione della maggior parte degli Stati.

Gli armamenti nucleari sono sempre stati considerati immorali: dal 22 gennaio 2021 sono anche illegali. Grazie a una coraggiosa e tenace battaglia condotta per anni dalla coalizione ICAN (International Campaign for the Abolition of Nuclear Weapons), questo Trattato impegna, in sintesi, a non sviluppare, testare, produrre, oppure acquisire, o possedere riserve di armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari. In nota sono riportate le altre voci del testo.[3]

Anche se le leggi sopra citate sono state formulate nell’intento di proteggere soprattutto gli umani, sta affiorando la consapevolezza che l’utilizzo di armi nucleari potrebbe spazzare via dal nostro pianeta intere forme di vita.

Infatti si sta sviluppando un’attenzione specifica anche verso i viventi non umani. Tra i testi di legge che da parecchi anni sono in discussione presso la Corte penale Internazionale vi è infatti anche quello che condanna l’ecocidio. Con questo termine – in questa fase di elaborazione dello Statuto – si intendono gli atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di causare danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente, causati da tali atti.

La spinta ad attribuire all’ecocidio la dimensione legale di criminalità internazionale è il primo passo per stabilire un dovere, non solo morale ed etico, ma legale nei confronti di tutte le forme di vita sulla terra.

Ecocidio è un crimine contro la Terra e, di conseguenza, anche contro gli esseri umani che da essa dipendono completamente. Oggi, la battaglia per far riconoscere l’ecocidio come crimine internazionale non è ancora conclusa.

Sversamenti di petrolio lungo il delta del Niger hanno distrutto vasti ecosistemi, ucciso la fertilità del suolo e la potabilità dell’acqua. Il Delta del Niger visto dallo spazio.
| Fonte Wikimedia, pubblico dominio

 

Un test nucleare sull’isola di Bikini nel Pacifico, nel 1946. Ancora oggi molti siti di test nucleari sono inadatti alla vita. Operazione CROSSROADS.
| Fonte: Wikimedia, pubblico dominio

Animali ‘ucraini’? Piante ‘russe’? Microbi di confine?

Anche in questa tragica guerra in corso, mentre l’attenzione è concentrata su persone e manufatti, tantissimi viventi sono colpiti e straziati. Dove finiranno gli animali domestici che le famiglie hanno dovuto abbandonare? Chi raccoglierà i prodotti maturati degli orti? Che effetto faranno i densi fumi delle fabbriche bombardate, depositandosi nei campi coltivati? E quante creature acquatiche agonizzano nei fiumi ai due lati dei confini, avvelenate dai rifiuti tossici abbandonati lungo le rive? I confini geo-politici assumono contorni sempre più sfumati: violenza e morte superano ogni barriera.  Le trasformazioni in atto nel corpo stesso di Gaia trascendono ogni idea di confine, salvo quello che non vogliamo vedere: il confine esterno. Siamo intrappolat* nel nostro pianeta, e lo stiamo rendendo irrimediabilmente inabitabile per noi stessi.

Intanto si continuano a prelevare risorse preziose, a danneggiare territori, ad accumulare rifiuti tossici. La filiera delle armi è l’esempio più vistoso di un processo distruttivo che si autoalimenta, in un circolo vizioso mortifero tra produzione e vendita di armi, conflitti armati, degrado ambientale, riduzione di risorse, ulteriore prelievo, costruzione di nuove armi…

Quando le bombe colpiscono fabbriche e impianti vengono rilasciate nell’aria emissioni inquinanti

La molteplice unicità della vita

Si combatte per la libertà, per la difesa della cultura, per la salvezza della patria, per il potere; si combatte per paura, per orgoglio, per sete di conquista …   Nelle accese discussioni di questi giorni ci si infervora a individuare e accusare il ‘nemico’.  Umberto Eco (nel suo libro ‘Costruire il nemico’) sosteneva che “Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo”.

Ma al di là dei confini non c’è più la frontiera. Non ci sono terre fertili da conquistare e coltivare e acqua in abbondanza da bere. Le leggi che possiamo inventare e approvare per difenderci dalla violenza non sono sufficienti, non bastano più. E non vengono rispettate.  L’idea del ‘nemico’ da sconfiggere in campi di battaglia statici e inerti non funziona più. I mari sono vuoti di pesci, l’aria pesante, le miniere si stanno esaurendo, sostanza tossiche si accumulano nell’aria e nei mari. Gaia si sta trasformando davanti ai nostri occhi, sotto i nostri piedi, nell’aria che respiriamo. E’ coinvolta nella guerra, e le violenze generate dagli umani la rendono sempre meno accogliente. Ma non possiamo permetterci di trattarla come nemica: da lei dipendiamo totalmente!

Rendersi conto dell’importanza, delle responsabilità e delle conseguenze che la violenza umana provoca nei confronti della comunità globale dei viventi è una priorità indispensabile per la sopravvivenza umana sul pianeta. Occorre rivedere il nostro sistema di valori. La sfida da affrontare non è ‘vincere’ contro il nemico, ma eliminare la guerra e le armi dalla ‘faccia’ della Terra – da Gaia – e dedicare le nostre energie positive a curare le ferite fisiche e psichiche inferte ai viventi e alla vita, nella sua molteplice unicità.

What we love only from self interest, we will sooner or later destroy[4] (David Orr, 2014)

Note:

[1] Una miscela di due sostanze erbicide con effetto defoliante.

[2] Le foreste di mangrovie, all’interfaccia tra fasce terrestri  e costiere, formano alcuni degli ecosistemi della Terra più  ricchi e vari, molto efficaci per proteggere dall’erosione e in grado di immagazzinare grandi quantità di carbonio.

[3] E’ negato inoltre  l’assenso a:  (b) Trasferire a qualsiasi destinatario qualunque arma nucleare o altri dispositivi esplosivi nucleari o il controllo su tali armi o dispositivi esplosivi, direttamente o indirettamente; (c) Ricevere il trasferimento o il controllo delle armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari, direttamente o indirettamente; (d) Utilizzare o minacciare l’uso di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari; (e) Assistere, incoraggiare o indurre, in qualsiasi modo, qualcuno ad impegnarsi in una qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato; (f) Ricercare o ricevere assistenza, in qualsiasi modo, da chiunque per commettere qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato; (g) Consentire qualsiasi dislocazione, installazione o diffusione di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione o controllo.

[4] Ciò che amiamo solo per il nostro personale interesse, presto o tardi lo distruggeremo.

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Elena Camino è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e Gruppo ASSEFA Torino.

 

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