(Italiano) 11 settembre: Chi è stato? E perché importa al movimento pacifista
ORIGINAL LANGUAGES, 10 Jul 2023
Marilyn Langlois | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service
“Ho scelto questo momento e questo luogo per trattare un argomento sul quale troppo sovente abbonda l’ignoranza e troppo di rado si percepisce la verità – benché sia l’argomento più importante al mondo: la pace mondiale…”
— Presidente John F. Kennedy, discorso all’American University del 10 giugno 1963
Prof. Graeme MacQueen, deceduto lo scorso aprile, questo editoriale tratta argomenti di cui egli era appassionato, cioè pace, giustizia e verità, in particolare la verità sull’11 settembre.
– Sessant’anni dopo ci è più che mai opportune penetrare la tenace ignoranza di cui parlava Kennedy. Per onorare il mio amico e collega, membro TRANSCEND,Se non siamo disposti ad aprire la mente alle abbondanti prove a confutazione della narrazione ammannitaci appena qualche minute dopo gli orribili crimini del 11.09(.01) si erano svolti sotto i nostri occhi, ossia che una banda di militanti stranieri mediorientali fosse l’unica responsabile di quei crimini, rischiamo di cader preda di una propaganda che conduce a guerre e sofferenze interminabili.
Johan Galtung mi presentò a Graeme a un simposio TRANSCEND nel 2011 in North Carolina. L’11 settembre non era nell’agenda formale, ma emerse in conversazioni laterali con l’approssimarsi del 10° anniversario. Galtung ha sempre promosso un dialogo aperto su argomenti provocanti, tenendo testa a una propensione delle istituzioni accademiche e delle maggiori piattaforme mediatiche ad ignorare opinioni dissenzienti sul 11.09 passandole per infatuate teorie cospiratorie. E propose pertanto di aggiungere al simposio una sessione sul 11.09 aprendola al vasto pubblico. Così tre di noi presentarono le proprie opinioni, cui seguirono domande e risposte.
Galtung accettava la narrazione ufficiale in quanto l’11.09 fosse stato commesso da estremisti musulmani stranieri, considerandolo un contraccolpo alle molte ingiustizie inflitte dagli USA al Medio Oriente. Definì l’evento una pubblica esecuzione di 3 edifici (World Trade Center 1 e 2, e il Pentagono) che simboleggiavano il complesso militar-finanziario USA.
Graeme e io enumerammo le anomalie inspiegate che indicavano la complicità di agenti chiave nell’ambito governativo USA avanzando dubbi sulla colpevolezza di operativi Al-Qaeda. Khalid Sheikh Mohammed, presunto ideatore del 11.09, confessò il suo coinvolgimento solo dopo essere stato sottoposto a torture protratte di waterboarding [quasi-affogamento – ndt], e i video di Osama bin Laden rivendicante gli attacchi parevano sospettamente fasulli.
Concordavamo però tutti, come la gran parte dei pacifisti, che la reazione USA agli eventi del 11.09 era riprovevole: dichiarare guerra perpetua al terror(ismo), fomentare una diffusa islamofobia, ridurre le libertà civili, incursioni militari già da un decennio in Afghanistan e Iraq per la rovina di ambo i paesi e a costo di innumerevoli vite. I dirigenti USA giustificavano la propria violenta risposta con la paura, il risentimento e il desiderio di vendetta che imperversava per la nazione, orripilata dallo shock e lo sgomento provato in quel giorno fatale. Come si sarebbe potuto evitarlo?
Immaginiamo come potrebbe essere il nostro mondo se la macchina propagandistica avviata quel mattino del 11.09 avesse fatto cilecca. Se quasi tutti i giornalisti, commentatori, tecnici, piloti, pompieri, polizia, e politici nei media mainstream avessero insistito per risposte a domande valide, tipo:
Come avevano potuto danni e incendi ai piani superiori far sì che ambo le torri gemelle esplodessero sparendo ingoiate nelle proprie fondamenta? Com’è potuto il World Trade Center 7, un terzo grattacielo non colpito da un aereo, implodere simmetricamente a velocità di caduta libera? Come ha potuto un presunto dirottatore bocciato alla scuola volo su piccoli aerei compiere una manovra straziante per conficcare un jet passeggeri nel Pentagono andando a oltre 800 kmh a livello terra? Com’è che gli USA, spendendo centinaia di miliardi nella difesa, non sono riusciti a difendere il centro nevralgico del proprio apparato militare proprio nella capitale del paese?
Una volta annunciato che aerei dirottati stavano sfracellando grossi edifici, perché gli agenti dei Servizi Segreti permisero al presidente Bush di restare in un’aula della Florida con gli alunni, lasciandoli vulnerabili all’attacco? Chi fece soldi con un succoso aumento azionario scommettendo giusto prima dell’11 settembre sul ribasso dei titoli di American e United Airline?
Come sarebbe andata se onesti giornalisti testimoni oculari, che in mattinata avevano riferito di esplosioni sia prima che durante la distruzione delle torri, avessero continuato a seguire quel filo facendo domande più in profondità il giorno stesso e i successivi, anziché venire dirottati da esperti e soloni prescelti che zittirono il tema delle “esplosioni”, sostituendolo con asserzioni non dimostrate che l’avesse fatto Osama bin Laden.
Se su tali domande – molte sollevate anche da familiari delle vittime – si fosse insistito senza posa, l’esile racconto di estremisti musulmani di remote parti del mondo senza legami di sorta con qualsiasi governo come i soli responsabili di questo apocalittico sfoggio teatrale si sarebbe ben presto disintegrato.
Si sarebbero esaminate scrupolosamente prove giudiziarie degli esplosivi, come pure i registri di chi avesse accesso agli edifici e potesse avervi installato sofisticate cariche demolitorie controllate. Si sarebbero preservate per l’analisi forense le travi metalliche parzialmente distrutte anziché spedirle in Cina nel giro di qualche giorno per il riciclaggio. Capi-servizio chiave della difesa aerea e del traffico aereo sarebbero stati licenziati per negligenza del proprio dovere. Si sarebbe intrapresa un’indagine pubblica delle molte simulazioni di attacchi terroristici avvenute quasi simultaneamente a quelli veri. Si sarebbero portate alla luce le registrazioni di chi beneficiò delle transazioni di borsa dimostrative di preconoscenza.
Il pubblico avrebbe richiesto risposte effettive e si sarebbe rigettato il riflesso condizionato d’invadere un paese non in guerra con noi né ci aveva aggredito. Niente Patriot Act, niente guerra in Afghanistan, niente guerra in Iraq, niente destabilizzazione della Siria, niente guerra perpetua al terror(ismo), niente impennate dei bilanci militari, niente procedure securitarie sempre più invasive agli aeroporti, niente più “Spiacenti di ridurre i vostri diritti, ma nel mondo post-11.09 non abbiamo scelta.”
Ai pacifisti tuttora convinti che, pur essendo inaccettabile la reazione USA al 11.09, era però genuina la storia ufficiale sui colpevoli, mi associo a MacQueen nel chiedere se gli sia possibile anche solo immaginare, anche in via puramente ipotetica, che individui potenti in posizioni chiave addentro all’apparato estremamente riservato e gerarchico militar-intelligence USA, assecondati da anonimi oligarchi ombra, potrebbero mai cospirare per commettere ineffabili atrocità dandone la colpa ad altri per realizzare agende di proprio interesse senza resistenza critica della popolazione generale?
Se no, perché no? Se un tale scenario raggelante fosse possibile, scuoterebbe talmente la vostra vision fondativa del mondo da poter neppure considerarla? Solo allorché la vostra struttura concettuale non escluda quest’ipotesi si può evitare d’ignorare le prove in suo favore. Il giorno dopo l’assassinio del presidente Kennedy, nel 1963, Fidel Castro ammonì:
Gli intellettuali e amanti della pace devono capire che il pericolo di manovre del genere possono voler dire per la pace mondiale, e a cosa potrebbe portare una cospirazione di questo tipo, di natura machiavellica.
A quelli che concluderebbero il discorso scagliando l’epiteto di conio CIA “complottista”: intendete davvero asserire che la classe di governo USA, perseguendo i propri interessi imperiali, non abbia mai cospirato? Considerate lo stato di servizio dell’apparato militar-intelligence nell’esercitare uno stretto controllo su agenzie chiave e nel consolidare la proprietà dei mass media al fine di fuorviarci, tanto prima che dopo l’11 settembre.
Quanto ci è stato ripetutamente detto e diffusamente creduto: Dopo che il Nord Vietnam ha attaccato una cannoniera USA nel Golfo del Tonkino dobbiamo intensificare i combattimenti contro il Nord Vietnam. Altrimenti, le tessere di domino cadranno e il brutto impero comunista si spargerà per il mondo senza ostacoli, distruggendo il nostro stile di vita americano.
Quanto avvenne: il Nord Vietnam vinse la guerra dopo l’uccisione di milioni (prevalentemente di vietnamiti insieme a decine di migliaia di soldati USA). Daniel Ellsberg espose la menzogna dell’incidente del golfo del Tonkino. Il comunismo non si sparse per il mondo.
Quanto ci è stato ripetutamente detto e diffusamente creduto: Se non interveniamo militarmente in Afghanistan, in Iraq (con le sue armi di distruzione di massa), e in Siria, i terroristi che vi prosperano continueranno a minacciarci.
Quanto avvenne: le guerre post-11 settembre hanno ucciso 4,5 milioni stimati di persone, sfollato altri milioni, mentre le organizzazioni terroristiche si sono rafforzate. L’Iraq non aveva armi di distruzione di massa, come i coinvolti nell’ambiente sapevano prima dell’inizio della guerra.
Quanto ci è stato ripetutamente detto e diffusamente creduto: Nel 2020 è emerso spontaneamente un virus letale che poteva ucciderci se non ce ne stavamo nascosti in casa, tenendo i bambini via da scuola, e ci assoggettavamo a iniezioni di un vaccino “sicuro ed efficace” sviluppato in un batter d’occhio.
Quanto avvenne: La CIA e l’industria farmaceutica guidarono esercitazioni multiple prima del 2020 conducendo prove generali ipotetiche di reazione, progettate per sopprimere il dissenso e massimizzare l’assunzione dei vaccini. Il rapporto di fatalità dell’infezione covid-19 si dimostrò miniscolo per tutti eccetto i molto anziani. L’ansia e lo stress estremi durante i lockdown esacerbarono gli scialbi risultati sanitari. I nuovi vaccini causarono numeri record di casi avversi e mortali e non furono particolarmente efficaci.
Quanto ci viene detto adesso ed è diffusamente creduto: (almeno in Occidente): La Russia è un impero del male che ha invaso l’inerme Ucraina senza provocazione, e espanderà a guerra minacciandoci tutti a meno che continuiamo a rifornire l’Ucraina di massicce partite di armi e d’ sostegno d’intelligence.
Quanto sta avvenendo: La Russia tenta da 30 anni ogni mezzo pacifico e diplomatico di risolvere le preoccupazioni securitarie per l’espansione NATO, nonché di proteggere i diritti e l’autodeterminazione dei russi etnici in Ucraina del sud e dell’est. Non tollererà più le prepotenze NATO. Si era raggiunta una bozza d’accordo di pace fra Russia e Ucraina oltre un anno fa, che fu però fatta fallire da USA e UK, che continuano a versare benzina sul fuoco di questa guerra per procura che reca morte, distruzione e sfollamento all’Ucraina ed è pericolosamente vicina a diventare una conflagrazione nucleare.
Una volta che si sia consci delle tattiche subdole usate per promuovere la guerra verso decisori altrimenti maldisposti, le si riconosce più facilmente. MacQueen spiega qui come il classico dispositivo M-U-R, ossia Minaccia, Unità, Reazione, ha intimidito i legislatori. L’11 settembre, i membri del Congresso degli Stati Uniti si sono sentiti minacciati da attacchi sul loro territorio da parte di presunti terroristi stranieri. Si sono allora assembrati in unità sui gradini del Campidoglio, cantando Dio benedica l’America e abbracciandosi senza badare all’appartenenza ai partiti. Questi gesti comprensibili di unità scaturivano da un fragile stato emotivo, rendendo i legislatori vulnerabili alla manipolazione per reagire reprimendo il dissenso, quasi unanimemente autorizzando il presidente Bush a invadere l’Afghanistan e ad approvare il Patriot Act precompilato.
Più riconosciamo il M-U-R, meglio possiamo resistere alla manipolazione. Al percepire una grave minaccia, esaminiamo da vicino la natura di tale minaccia, cercando ogni contraddizione o incoerenza in come viene riferita, riservando il giudizio sui possibili responsabili fino a completo scrutinio delle prove. Siamo unificati nello sforzo di salvaguardia dei nostri diritti evitando violenza o danno a chicchessia. Reagiamo accogliendo una varietà di voci in un ponderato processo decisionale su come risolvere la minaccia ed evitarne di future. Come ci esortava MacQueen: “Abbiamo bisogno di trovare coraggio, trovare comunità fra noi, trovare la nostra intelligenza e usarla!”
Svelare verità scomode è rischioso, e i leader che lo fanno possono trovarsi di fronte ad esecuzioni mirate camuffate da isolati assassinii casuali. John F. Kennedy, Martin Luther King, Jr., e Robert F. Kennedy hanno pagato tutti l’estremo prezzo per aver suscitato il complesso militar-industriale, ma chi ha programmato ed eseguito gli assassinii sono riusciti ad evitare la prosecuzione o addirittura un diffuso sospetto, grazie al messaggio mediatico strettamente controllato. Numerose analisi con ricerche meticolose sgonfiano i miti protratti che forniscono copertura agli effettivi colpevoli[i]. Allerta per i depistatori: È più che chiaro che né Lee Harvey Oswald, né Sirhan Sirhan, né James Earl Ray hanno esploso i colpi fatali.
Pur potendo le identità individuali dei probabili sospetti essere elusive, si può dimostrare la complicità sistemica interna [a un certo ambiente], come per il coinvolgimento CIA nei due assassinii Kennedy. Nel 1999, la giuria in un processo civile attivato dalla famiglia King concluse che certi enti governativi (particolarmente la polizia di Memphis e l’esercito USA) cospirarono nell’assassinio del leader dei diritti civili. Che dopo tutto chedeva la fine della guerra in Vietnam, così remunerative per gli amici del presidente Johnson nell’industria armiera.
Quindi, chi è stato l’11 settembre?. Come punto di partenza , il chimico e ricercatore Kevin Ryan offre nomi e prove per alcuni primari sospetti interni nel suo libro del 2013 Another Nineteen: Investigating Legitimate 9/11 Suspects [Altri diciannove: indagine su legittimi sospetti del l’11 settembre]. Sono tutti collegati ad enti impenetrabili dello stato profondo. Sia gli individui sia il guazzabuglio di sigle in cui agivano (CIA, FBI, DOD, FAA, COG, SAIC, and more) giustificano uno scrutinio ravvicinato.
Con più gente che fa domande e il crescere della sfiducia dei media corporate su questi temi, sono sempre più disponibili risorse indipendenti d’alta qualità. L’International Center for 9/11 Justice[ii] è un deposito di erudizione per aiutare a sbrogliare la matassa illusoria delle elaborate insegne che l’imperatore dà ad intendere di indossare ma che si dissolvono in aria rarefatta all’esame. Dobbiamo dotarci della capacità di valutare criticamente le fonti d’informazione per qualunque avvenimento attuale possa preoccuparci di più.
Una più ampia consapevolezza della perfidia e del tradimento de[gl]i [co]autori appartenenti al complesso militar-intelligence USA nel commettere un assassinio di massa su suolo USA sarà uno shock per il sistema. Ma non bisogna che sia fatale. Gran parte della gente ha una forte bussola morale e vuole vivere in un paese dove ci si attenga realmente ad eque, robuste strutture costituzionali. Essi vorranno assicurarsi di non essere più turlupinati o che non si approfitti più atrocemente di loro. Insisteranno nel frammentare i monopoli delle notizie esigendo un’ampia distribuzione della proprietà dei media. Rigetteranno false narrazioni che istigano la proliferazione di armi e guerre. Esigeranno una riduzione dell’osceno divario di ricchezza che permette a chi abbia aspirazioni egemoniche di comprarsi cuori, menti, anime, lealtà e obbedienza — attributi che non devono mai essere in vendita.
Un’onesta conversazione nella sfera pubblica sul ruolo USA in atti complessi di violenza politica potrebbe condurre a una completa ristrutturazione dell’apparato di sicurezza USA, ivi compreso ma non limitato a:
- Rompere la CIA in mille pezzi da spargere ai quattro venti (come voleva fare JFK), o almeno porre fine a tutta quanta la sua funzione di operazioni al coperto
- Togliere tutte le basi militari USA dagli altri paesi
- Uscire dalla NATO e patrocinarne la dissoluzione
- Dare priorità ad iniziative per il controllo globale degli armamenti, mirante all’eliminazione totale delle armi nucleari
- Bandire la tortura e le uccisioni extragiudiziarie
- Rispettare la sovranità degli altri paesi cessando tutti i tentativi d’interferire nelle loro elezioni o politiche interne, vuoi con colpi distato, corruzione, o infiltrazione cognitiva
In altre parole, i cittadini e il governo USA potrebbero adottare un atteggiamento di considerarsi una nazione in una famiglia di 193 nazioni su questa terra, con l’impegno di abitare il nostro pianeta in modo collaborativo e di risolvere pacificamente qualunque conflitto.
le enormi somme risparmiate attuando una tale ristrutturazione potrebbero venir messe a buon uso ri-formando chiunque perdesse l’attuale lavoro in tale processo, e reimpiegando loro e altri disoccupati nel costituire e guarire le professioni che così accentuerebbero la qualità della vita di tutti dando all’economia una gran spinta positiva.
Col riscaldarsi della campagna presidenziale USA 2024, l’unico candidato che finora apertamente patrocini le politiche suddette e persista nel dire la verità al potere pur venendo diffamato e censurato dai media mainstream è Robert F. Kennedy, Jr. Meritiamo tutti la pace autentica cui suo zio aspirava cinque mesi prima che i guerrafondai lo assassinassero, cioè
“…il genere di pace che rende la vita sulla terra degna di essere vissuta , che permette a uomini e nazioni di crescere e sperare di costruire una vita migliore per i propri figli – non solo pace per gli americani ma per tutti gli uomini e le donne – non solo per il nostro tempo ma per tutti i tempi.”
NOTE:
[i] Ivi compresi: JFK and the Unspeakable: Why He Died and Why It Matters di James Douglass, A Lie too Big to Fail: The Real History of the Assassination of Robert F. Kennedy, di Lisa Pease, e The Plot to Kill King: The Truth Behind the Assassination of Martin Luther King, Jr. di William Pepper. Ce ne sono molti altri.
[ii] Pur essendo l’autrice consigliera d’amministrazione di IC911, le opinioni espresse sono solo personali.
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Marilyn Langlois è un membro di TRANSCEND USA West Coast. È un’organizzatrice volontaria di comunità e un’attivista di solidarietà internazionale, residente a Richmond, California. Cofondatrice della Richmond Progressive Alliance, membro dello Haiti Action Committee e membro della direzione della Task Force on the Americas, è ora in pensione dopo aver lavorato come insegnante, segretaria, amministratrice, mediatrice e sostenitrice di comunità.
Original in English: 9/11: Whodunnit? and Why It Matters to the Peace Movement – TRANSCEND Media Service
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
Go to Original – serenoregis.org
Tags: 9/11 truth, Official Lies and Narratives, Staged Terrorism, State Terrorism, War of Terror, War on Terror
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