(Italiano) 28 maggio 1974 – 28 maggio 2024: Cinquantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia

ORIGINAL LANGUAGES, 10 Jun 2024

Silvia Berruto – TRANSCEND Media Service

Italy, Lombardia, Brescia, Piazza Loggia, oggi martedì 28 maggio 2024

Cinquantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia

Parte prima –

9 Giu 2024 – Silenzio.

Un silenzio quasi irreale.

Assordante.

Un silenzio che colpisce per l’intensità del suo portato.

In una Piazza della Loggia gremita, raccolta fra Storia e Memoria, ogni anno, da cinquant’anni, e anche oggi, da alcune ore, sono convenute migliaia di persone (il quotidiano Bresciaoggi del 29 maggio avrebbe registrato 9.000 presenze).

Questo è il contesto.

In silenzio.

Un silenzio difficile da raccontare.

Impossibile da comprendere se non ti trovi in piazza, insieme a migliaia di tuoi concittadini.

Straordinario nella sua semplice empatia com-partecipata.

Collettivo.

In un contesto di partecipazione umana e politica. Di Storia. E di Memoria.

Collettive.

Per alcuni minuti. 

Prima degli 8 rintocchi dei due automi posti sulla Torre dell’Orologio conosciuti come i Macc de le ure che ricordano, con otto rintocchi, gli otto caduti della bomba fascista scoppiata alle 10e12 del 28 maggio 1974 nel corso di una manifestazione sindacale unitaria.

Era stato indetto lo sciopero generale contro una serie di atti di violenza e di attentati non solo in città ma nel Paese, in difesa della democrazia.

La PARTECIPAZIONE era intesa come una risposta attiva e collettiva al disegno eversivo in atto.

La bomba uccise:

GIULIETTA BANZI BAZOLI

LIVIA BOTTARDI MILANI

CLEMENTINA CALZARI TREBESCHI

ALBERTO TREBESCHI

EUPLO NATALI

LUIGI PINTO

BARTOLOMEO TALENTI

VITTORIO ZAMBARDA

Cinque insegnanti, due operai e un pensionato, ex partigiano.

Donne e uomini liberi che«quel giorno consapevolmente partecipano alla manifestazione indetta dal Comitato antifascista e dalle organizzazioni sindacali per affermare i valori costituzionali della democrazia e dell’antifascismo percepiti in quel momento in uno stato di pericolo a causa delle violenze e delle tensioni sociali che nei mesi, nelle settimane precedenti al 28 maggio stavano interessando la comunità bresciana e il paese» (Manlio Milani, 28 maggio 2024, Teatro Grande, Brescia).

102 furono i feriti.

La matrice neofascista della strage è ascrivibile all’eversione nera, in particolare all’ordinovismo veneto.

«E seppur in un tempo lunghissimo, GIUSTIZIA È STATA FATTA.

Anche grazie a questo impegno e almeno parzialmente le responsabilità della strage di Piazza della Loggia sono state acclarate, rimarcando le responsabilità del NEOFASCISMO e delle TROPPE COLLUSIONI CONDIVISE». (Manlio Milani, 28 maggio 2024, Teatro Grande, Brescia).

Dopo gli 8 rintocchi è un lungo e fragoroso applauso a sciogliere quell’indescrivibile silenzio di rispetto e di omaggio.

Migliaia di persone sono presenti qui in Piazza Loggia, oggi come allora, martedì 28 maggio 2024, nel cinquantesimo anniversario della strage, per ribadire i valori di quel giorno, di quel tempo, di quella manifestazione, di quello sciopero, oggi ancora attuali.

Contro la violenza fascista, in difesa della democrazia, per un mondo di giustizia, di uguaglianza, di pari opportunità.

L’incipit del volumetto contenente il programma eventi 2024 contiene l’alto valore civile proprio della comunità bresciana nel fare Storia e Memoria della e sulla strage.

UNA STRAGE NEOFASCISTA ANCORA DA RACCONTARE.

Una città. Una bomba.

La risposta democratica dei suoi cittadini.

Brescia vive e respira

la sua storia ogni giorno.

Ma è bene ricordare che ciò che

siamo oggi, come cittadini,

ha radici profonde nel nostro passato.

Cinquant’anni fa un evento

scosse la città fin dentro al suo cuore,

a questo ha saputo reagire senza

ricorrere ad altrettanta violenza.

La strage di Piazza Loggia non è solo

un capitolo di storia, ma una ferita

nella nostra memoria collettiva,

che ricorda il prezzo della

democrazia l’importanza di stare uniti.

Lo restituisce, dal palco, con lucida precisione, Silvia Peroni, figlia di Redento Peroni uno dei 102 feriti.

«Chi era in quella piazza quel 28 maggio, chi ha potuto, c’è tornato presto. 

Subito.

Ha riportato qui il proprio corpo, spaventato e offeso dall’esplosione, facendo in modo che il dolore e la paura per quanto accaduto, non fossero un ostacolo.

Piuttosto UNA RAGIONE PER TORNARE.

TORNARE per cercare confortonell’abbraccio della piazza che resisteva, unita anche per chi non avrebbe più potuto esserci.

[…]

Oltrepassato il dolore acuto, trovata la forza, CHI C’ERA s’è fatto TESTIMONE.

Ha saputo raccontare e trasmettere il prima, il dopo, il perché, facendo del DIALOGO e del CONFRONTO IL CENTRO del proprio testimoniare.

Così grazie a quella forza, Piazza Loggia ha potuto contribuire a formare il pensiero di chi allora non era nato ma da quell’evento, o meglio dalla reazione a quell’evento ha potuto attingere i VALORI FONDAMENTALI di quell’eredità.

Io credo che questa piazza così partecipata, anche oggi piena di figli e di nipoti di chi c’era e non si è lasciato sopraffare dalla rabbia, NON SI E’ ARRESO ALLA VIOLENZA, ha reagito all’indifferenza, ha continuato A CHIEDERE VERITA’ e GIUSTIZIA e si è fatto TESTIMONE di questa storia, sia l’ANTIDOTO più potente al fascismo che ora, come allora, prova a rialzare la testa e a avvelenare l’aria che respiriamo».

La parola passa a due studentesse: Viktoria Soncina e Ghenoua Bouslah della quinta liceo linguistico del Liceo Enrico Fermi di Salò.

« […] Siamo emozionate di trovarci qui in un momento come questo.

Sentiamo la responsabilità di rappresentare la nostra generazione in questo luogo.

Un luogo di dolore e di ricordo.

Ma oggi anche un luogo di speranza e di memoria che si lancia nel futuro. E NOI vorremmo essere questo FUTURO.

Oggi, 28 maggio 2024, siamo qui in piazza con tutti voi per far sentire la nostra voce. E questo è il primo legame profondo che ci unisce a tutti coloro che erano in questa piazza nel 1974.

Anche i silenzi dei testimoni «ci fanno sentire più ancora più forte il legame con Giulietta, Livia, Alberto, Clementina, Euplo, Luigi, Bartolomeo e Vittorio.

NOI SIAMO DEI VOSTRI.

LA NOSTRA VOCE vuol ESSER LA VOSTRA che dimostra, dopo 50 anni, che il fascismo non ha vinto, perché la VOSTRA VOCE RISUONA ATTRAVERSO NOI, ANCORA».

Viktoria insiste sui legami con i morti e i feriti della bomba.

« … Vi siamo debitori.

Debitori di quello che siamo e di quello che potremo essere.

Perché il mondo a cui ciascuno di noi appartiene lo volevate cambiare e difendere in quanto spazio di libertà e di apertura verso quel futuro che NOI OGGI vogliamo rappresentare.

Vogliamo rappresentare UN FUTURO dove si riconoscano le radici antifasciste della nostra Repubblica.

[…]

VOGLIAMO insomma essere il FUTURO per cui VOI e chi era in piazza quel 28 maggio del 1974

stava lottando».

È poi la volta di Ghendua.

«Io mi chiamo Ghendua. 

Sono un’Italiana di origini tunisine ovvero, come si suol dire, sono un’Italiana di seconda generazione.

Sono qui perché LA VIOLENZA non ha UN NOME, non si chiama STRANIERO, IMMIGRATO, ARABO.

LA VIOLENZA È VIOLENZA.

Questa canzone è per VOI.

VOI che siete scesi in piazza per manifestare contro la violenza che scuoteva l’Italia e soprattutto Brescia in quei giorni.

VOI che avevate la speranza di vivere in un mondo di pace.

Per VOI: Giulietta, Alberto, Clem; Livia, Euplo, Bartolomeo, Luigi e Vittorio.

VOI che per NOI avete sacrificato la vita.

Vogliamo dedicarvi una canzone che parla di pace, di amore e che vorremmo che accompagnasse ovunque VOI siate in questo momento: con il nostro amore e la nostra riconoscenza.

NON VI DIMENTICHEREMO!

NOI SIAMO DEI VOSTRI!

– continua –

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 Silvia Berruto è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente, giornalista contro il razzismo, antifascista, amica e persuasa della nonviolenza.

® Riproduzione riservata

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