(Italiano) La Guerra Fredda come metafora

ORIGINAL LANGUAGES, 7 Oct 2024

Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

Di U.S. Army Photo Credit: USAMHI – http://www.army.mil/article/46993/standoff-in-berlin-october-1961/, Pubblico dominio, Collegamento

– La Guerra Fredda vale la pena rammentarla. C’è molto da imparare sul conflitto e il meta-conflitto. Per l’Occidente vs. l’Islam.

Quella minaccia auto-inflitta all’umanità durò ufficialmente 40 anni dal 1949 all’89. Ma cominciò con la rivoluzione bolscevica nell’ottobre 1917 e finì col crollo congiunto del comunismo e dell’Unione Sovietica nel 1991 – quasi un secolo [74 anni].

Ricordo in innumerevoli occasioni durante la Guerra Fredda di aver chiesto che cosa concernesse. La risposta dei movimenti bellicisti a Ovest come a Est, armati fino ai denti di bombe nucleari, era “la minaccia di un attacco, del regime autoritario-totalitario sovietico/ del regime fascista-imperialista USA-NATO”. E dei movimenti pacifisti in Occidente: “la minaccia di una guerra nucleare senza limiti che porrebbe a rischio l’umanità”. E dal movimento dissidente orentale: “repressione stalinista per sempre”.

Se la violenza e la sua minaccia sono sintomi di profondi conflitti irrisolti, erano i dissidenti ad avvicinarsi di più alla diagnosi del conflitto. Gli altri erano bloccati nel meta-conflitto, le manifestazioni, le metastasi: la guerra nucleare e la minaccia alla sicurezza, dell’Occidente, dell’emisfero orientale, dell’umanità. E senza dubbio la gara agli armamenti nucleari e la guerra calda dislocata in Estremo oriente, etc., offrivano buone ragioni per profondi crucci.

Ma che cosa riguardava il conflitto? Qualcosa di profondo e molteplice:

Culturalmente: due cosmologie occidentali in competizione, chiamiamole liberalismo e marxismo, che asserivano entrambe validità universale e con profonde implicazioni a tutti i livelli.
Economicamente:
economie di capitale-mercato vs. stato-pianificazione.

Politicamente: cambiamento evolutivo per volontà democraticamente espresso della maggioranza vs. cambiamento rivoluzionario da parte del proletariato con sua assunzione della gestione dello stato

Militarmente: interventi ovunque per attuare i rispettivi programmi o impedire al rivale di attuarli –come in Europa Orientale e America Latina, con terribili guerre in Estremo Oriente e un’orribile gara agli armamenti con conseguenze devastanti e assurde.

Poteva questo conflitto multiplo essere risolto o trasformato? Esploriamone le implicazioni, molte delle quali furono tentate ma grevemente contrastate, particolarmente dall’Occidente: NATO e USA.

Culturalmente: [con] più spazio per esplorare reciprocamente forze e debolezze delle rispettive cosmologie. A quel tempo – più secolare che oggi con degli USA grevemente giudeo-cristiani, la Russia tornata al cristianesimo ortodosso, e l’islam in crescita ovunque – tali cosmologie erano surrogati religiosi da non sfidarsi, pur avendo entrambe punti forti e deboli, aperture a un sia-sia, a un né-né, con compromessi e soprattutto un apprendimento reciproco. ma ciò non avvenne, come oggi fra Occidente e Islam; dialogano per una conoscenza interiore, non per un apprendimento reciproco.

Economicamente: ambo gli estremi hanno conseguenze devastanti, miseria abietta per l’uno, repressione e dispotismo per l’altro. Ci sono compromessi, noti in teoria e in pratica: social- democrazia, negoziando economie miste con settori privato e pubblico. Si parlò di convergenza verso un settore private meno sfruttatore e uno pubblico meno repressivo. I noccioli duri di ambo i campi non mossero ciglio, ma un dibattito ci fu, come oggi negli USA. Le social-democrazie in Europa non si fecero avanti, comunque. Alcune erano nella NATO, alcune neutrali-nonallineate ma propense all’Occidente e anche timorose di offendere gli USA.

Politicamente, democrazia e diritti umani prevalsero, come dovrebbero. Ma di tanto in tanto falliscono su un punto basilare: c’è una sofferenza degradante, ma le vittime sono incapaci di mettere insieme una maggioranza democratica. Se represse, oggi c’è spazio per un intervento umanitario. Ma se sfruttate alla fame, morenti per malattie curabili? Cosa irrisolta, allora come ora, ma fondamentale per il conflitto. Come possono le democrazie imparare ad accelerare un cambiamento nelle emergenze, senza violenza?

Militarmente l’Armata Rossa occupava l’Europa Orientale, sostenendo un cambiamento basilare quanto mai necessario, ma con i soliti sbagli marxisti: controllo della terra di piccoli coltivatori, di piccole aziende. e una religione di “ateismo scientifico” a-spirituale – fautori di maggioranze contrarie. L’Europa Orientale e Cuba avrebbero potuto imparare dalle socialdemocrazie. E la Germania Ovest, come l’Austria, avrebbe potuto acquisire l’unificazione con la neutralità, come offerto dall’Unione Sovietica, non cedendo alle pressioni USA.

Nel 1972 una socialdemocrazia, la Finlandia, pose il conflitto davanti al meta-conflitto in un processo di Helsinki che condusse all’Atto Finale del 1975: i confini dopo la guerra contro il nazismo sarebbero restati (ancora lo sono); i paesi socialisti avrebbero aperto agli investimenti e ad economie miste; si sarebbe iniziato un processo verso i diritti umani all’Est in generale e in URSS in particolare. E non s’impancarono a giudizio su liberalismo e marxismo. Col che la Guerra Fredda era effettivamente finita non fosse stato per gli USA che accrebbero la gara agli armamenti schierando in Europa occidentale missili da crociera e Pershing II; prolungando così la guerra Fredda di almeno dieci anni. E possono rifarlo.

Morale: affrontare il conflitto stesso; guardandosi dai guastafeste che preferiscono il meta-conflitto alle soluzioni. E come metterla con il conflitto Occidente-Islam?

Culturalmente intensificare i dialoghi passando però dalla reciproca curiosità al reciproco apprendimento. Albergano entrambi delle verità.

Economicamente: le economie islamiche gestiscono la crisi meglio che le economie occidentali legate finanziariamente agli USA. C’è molto da imparare.

Politicamente: democrazie e diritti umani offrono formule compatibili con un islam non-laico. C’è molto da imparare.

Militarmente: soluzione al conflitto invece di uccisione reciproca. Iraq e Afghanistan con auto-determinazione provincia per provincia. E una massiccia riconciliazione per i crimini del passato.

Finlandia, dove sei quando abbiamo bisogno di te? Risposta: il tuo spirito è in Turchia; in un quanto mai necessario processo d’Istanbul, non impancati a giudizio su Occidente vs. Islam in quanto religioni.

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Originariamente pubblicato il 21 settembre 2009 – #80

Johan Galtung (24 ottobre 1930-17 febbraio 2024), era professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, e è stato il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 170 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.

Original in English: The Cold War as a MetaphorTRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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