(Italiano) A proposito di informazione. Un caso-studio: le Olimpiadi 2026

ORIGINAL LANGUAGES, 16 Dec 2024

Giorgio Barazza | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

Milano Duomo, Cathedral Di © Steffen Schmitz (Carschten) / Wikimedia Commons / CC BY-SA 4.0, CC BY-SA 4.0, Collegamento

– Quanto vengo a scrivere è tratto dall’intervento di Duccio Facchini, direttore della rivista mensile «Altreconomia», durante il Seminario nazionale organizzato dal Controsservatorio Valsusa, intitolato Ambiente e grandi opere tra politica, movimenti e informazione (il 30 novembre 2024 presso il Centro interculturale delle donne Alma Mater di Torino).

Per chi volesse, tutti gli interventi sono ascoltabili al seguente indirizzo https://youtu.be/TOKLTUEVFFs (in particolare gli appunti che riporto di seguito sono stralci dell’intervento che si trova a 5h 14’)

Premessa

Ci sono analogie con le Olimpiadi invernali di Torino 2006 e Expo 2015 a Milano.

La tragedia che osserviamo rispetto alle Olimpiadi 2026, in un contesto come Milano dove ci sono dei movimenti che si danno da fare (comitato insostenibili Olimpiadi, …) è che di fronte a questo «treno in corsa», le Olimpiadi che stanno arrivando, quasi non si muove foglia. La principale responsabilità è della informazione, nazionale ma anche locale e questo ci deve interrogare. Di fronte alle Olimpiadi 2026 in arrivo si può solo dire che sono un disastro, un colabrodo, sotto qualsiasi punto di vista, ma che passano come una manifestazione brillante, sostenibile, economicamente leggera.

Inquadramento

La logica è la stessa: grandi rassicurazioni pubbliche, grandi promesse. Cortina e Milano presentano il dossier di candidatura nel gennaio 2019. L’assegnazione della candidatura avviene nel giugno 2019; sono passati più di 5 anni e siamo dal punto di vista delle opere sia sportive (es. pista di bob di Cortina) sia infrastrutturali totalmente indietro rispetto alla tabella di marcia.

Le promesse furono due:

  • saranno le Olimpiadi più sostenibili di sempre (parole del presidente Coni dal dossier di candidatura);
  • non costeranno nulla al pubblico. State tranquilli perché ci sono in ballo i capitali privati.

Com’è andata finora?

Per quanto riguarda le opere (punto 1): sotto il profilo ambientale il piano nazionale degli interventi, piano delle opere, non è stato sottoposto alla valutazione ambientale strategica nazionale, l’impatto ambientale non è neanche pervenuto. Dove fanno le valutazioni ambientali puntuali territoriali procedono con conferenze dei servizi cosi dette «asincrone», in quanto sono spedite, perché la gran parte delle opere è stata commissariata. Si «cazzeggia», il tempo passa, fintanto che a un certo punto debbo dire che non c’è il tempo per le conferenze dei servizi e quindi viene messo un commissario straordinario.

Per quanto riguarda «non costeranno nulla al pubblico» (punto 2): abbiamo questa situazione. La Fondazione Milano Cortina di diritto privato, che si occupa dello sport ha in mano 1,6 miliardi di euro e il Governo a fatto un Decreto per una interpretazione autentica in cui si dice che, pur avendo soci pubblici, in Bilancio scrive che se va in deficit, copriranno gli enti locali e lo Stato. Ma la Fondazione in quanto privata non risponde alla trasparenza.

La società per azioni (società infrastrutture Milano Cortina 2026, SIMICO) ha in mano le opere per 3,6 miliardi di euro.  Ma il privato, rispetto alla SIMICO, mette meno del 4% tutto il resto è pubblico. È tutto scritto nel Piano nazionale degli interventi aggiornato dal Governo del 9/2023. Così come è scritto che su 3,6 miliardi di opere più di 2,5 miliardi sono di opere che non saranno pronte per le Olimpiadi 2026, ma che verranno consegnate dopo la manifestazione olimpica e paraolimpica. Sulle opere per le Olimpiadi (fin   dai tempi del governo Draghi, 5/2021) in quanto straordinarie deve apporsi la straordinarietà di procedure speditive previste ai sensi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Risultato: per 95% del valore delle opere queste non saranno pronte per le Olimpiadi.

La vera partita olimpica si gioca a Milano

Non per le gare ma per quello che le Olimpiadi sbloccano: l’arena olimpica situata nel quartiere di Santa Giulia. Un’arena privata che fa capo al gruppo tedesco Eventin (colosso degli eventi dal vivo e dei concerti) che nell’operazione immobiliare sbloccata dalle Olimpiadi si prende l’arena da 180 milioni di euro. «Tranquilli è una arena privata», viene detto, «la fa un privato, il pubblico non ci mette niente e Milano avrà un palazzetto di 16.000 posti».

Come sta andando a finire?

Dal Comune di Milano Eventin riceve un bollino in cui si riconosce che l’opera privata è di interesse pubblico in quanto opera olimpica prevista nel dossier di candidatura, con gare di hockey maschile previste e la cerimonia di apertura delle paraolimpiadi. Non è una questione di bandiera, serve per non contare nella superficie lorda dello sviluppo quel tipo di opera: quindi no oneri urbanizzazione, non standard: tutti incentivi pubblici.

Grazie all’accesso civico generalizzato

Utilizzando la procedura per l’accesso civico generalizzato, strumento nelle mani di tutti, non solo dei giornalisti, abbiamo recuperato il parere:

  • della commissione impianti del Coni e della Federazione Italiana Sport su Ghiaccio che dicono l’hockey li non va (eravamo a marzo 2023) il progettista ha progettato l’arena per fare i concerti (vero business di Milano).
  • del Coni che dà un parere favorevole ma vincolato col fatto che l’opera per fare l’hockey deve avere le deroghe dalla Prefettura.
  • della Federazione Italiana Sport su Ghiaccio che ha dato invece parere negativo: li non si può fare

Come sta andando a finire?

Non costa più 180 milioni di euro, ora ne costa 320. E cosa dice l’operatore privato? L’Eventin dice «ci sono 150 milioni di extra costi, la metà li deve mettere il pubblico». Dove sta il rischio di impresa? Dove sta il «devi stare nel mercato»?

Il comune di Milano va in giro a dire che il pubblico deve mettere gli extra costi perché l’opera deve essere pronta per le Olimpiadi.

La partita è economica

Chi sono i soggetti che sviluppano questi tipi di interventi? In Expo 2015 chi ha agito e approfittato dell’operazione sono:

  • per le banche, in particolare Intesa San Paolo, Unicredit,
  • per l’operatore immobiliare, Landlease, gli australiani,
  • per lo sviluppo commerciale, Slunga,

Tutti importanti inserzionisti pubblicitari.

Stesso spartito, stessa recita, a Milano Santa Giulia per le Olimpiadi 2026 ci sono gli stessi attori e questo crea un problema per l’informazione.

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Giorgio Barazza è membro della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente.

 

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