(Italiano) 1421 – 1434

ORIGINAL LANGUAGES, 13 Jan 2025

Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

Centro Studi Sereno Regis

– Nel 1421 i cinesi viaggiarono alle Americhe – oltre 70 anni prima dell’evento usato dall’Occidente per celebrarsi: Colombo che “scopre” l’America e prende possesso dell’Isola di Waitling [dal 1926 ufficialmente nota come San Salvador; dai nativi: Guanahanì – Wikipedia/ndt] nelle Bahamas per conto della Spagna, il 12 ottobre 1492.

“Questi non comuni ammiragli cinesi doppiarono il Capo di Buona Speranza sessantasei anni prima di Bartolomeu Dias nel 1488, passarono per lo Stretto di Magellano novantotto anni prima di Fernando Magellano nel 1520, esaminato l’Australia trecento anni prima del capitano James Cook nel 1771, l’Antartide e l’Artico quattro secoli prima dei primi europei Amundsen Roald nel 1911 and R. E. Peary nel 1909, e l’America settant’anni pima di Colombo.

“I grandi ammiragli Zheng He, Hong Bao, Zhou Man, Zhou Wen e Yang Qing meritano di essere ricordati e celebrati anch’essi, perché furono i primi, i più coraggiosi e audaci di tutti. Quelli che li seguirono, indipendentemente dalla grandezza di ciò che conseguirono, navigarono nella loro scia”.

Così termina la parte principale del notevole libro 1421 di Gavin Menzies (New York: Harper, 2008). Libro quanto mai necessario per disintossicare il nostro preconcetto occidentale nella visione e nella storia mondiale.

“L’8 marzo 1421 la maggior flotta mai vista al mondo, 160 navi, alcune di 150 metri, sul cui ponte si sarebbero adattate le navi spagnole, salparono dalla Cina per procedere decisi fino ai termini del mondo per riscuotere tributi dai barbari d’oltremare.”

Non lo fecero effettivamente, ma alcuni dei molti si stabilirono in 20 luoghi segnati su una mappa coi viaggi dei 4 ammiragli (He era il comandante in capo), e ci vivono tuttora, dalla baia di Hudson alla Nuova Zelanda, portandoci i loro mestieri, e abitudini, lingua, piante e animali, nonché il proprio DNA, rendendo così possibile rintracciare questo importante trapianto. Eppue ci è voluto un comandante di sottomarino con una passione per le antiche mappe e in viaggio per i mari, per disseppellire far emergere e connettere i numerosi fatti e artefatti in profondità.

Il punto basilare non è chi ha “scoperto” qualcosa per primo; che era stato avvistato da occhi umani prima che dei cinesi e poi degli iberici lo facessero a loro volta. I cinesi non “presero in possesso” o “scoprirno”, ma disseminarono fondamentali specie da raccolto di valore economico. Ma perché il loro arrivo prima degli europei era così ignoto?   In parte perché:

“Quando la flotta rimpatriò nell’ottobre 1423, era caduto l’imperatore, lasciando la Cina nel caos politico ed economico. Le grandi navi furono lasciate a marcire agli ormeggi e i verbali dei loro viaggi distrutti, persi nel lungo isolamento auto-imposto che seguì – – -“.

Tuttavia, già nel 1434 (il libro in continuazione) la Cina mandò inviati all’Europa barbarica (come Venezia, Genova) condividendo conoscenze di matematica e cose di cui Leonardo da Vinci (1452-1519) poté fare buon uso per qualificarsi come genio, per non dire di alcune mappe che tornarono altrettanto utili quando un Colombo avesse dovuto qualificarsi come navigatore geniale. Che il rinascimento europeo sia stato magari un prodotto collaterale dei viaggi per mare cinesi – -?

E in parte perché gli europei che usavano le proprie mappe, come Vasco da Gama, erano imbroglioni che preferivano presentarsi come “scopritori” in quanto per il diritto romano res communis era res nullius, cioè il posseduto da tutti è posseduto da nessuno, finiva che il non posseduto lo fosse da chi ci posava gli occhi sopra per primo reclamandolo. Per esempio per la Spain. Imbroglioni e imperialisti.

Ricordo di aver ammirato nel 1958 il manufatto in lacca a Uruapan, uno dei 22 villaggi attorno al Lago de Pátzcuaro nel Michoacan, Messico, dove il vescovo Quiroga aveva distribuito manufatti: lacca cinese, artigiani cinesi. E ci sono anziani fra i Navajo del New Mexico che capiscono ancora oggi il cinese.

Thor Heyerdahl, che sosteneva che gli Inca avessero navigato dal Perù a Tahiti e oltre, si è dimostrato in torto. La presenza cinese su ambo i lati del Pacifico spiega benissimo le analogie di DNA.

Se la mole stupefacente di fatti collezionati da Menzies si erge contro un esercito di storici con interessi riconosciuti, la storia dev’essere purgata dalla prevenzione occidentale. Siamo comunque stati preparati allo shock da Joseph Needham, uno degli astri intellettuali del secolo scorso morto nel 1995 a 94 anni) e la sua grande Scienza e civiltà in Cina (v. anche Simon Winchester, L’uomo che amava la Cina, New York: Harper).

La Cina era così Avanti in tanti campi che la spiegazione per essere in ritardo deve trovarsi nella Cina stessa. Ma la caduta della dinastia Ch’ing fu certo accelerate dalle cannoniere inglesi e dall’oppio. E l’emergere poderoso della Cina – non solo in termini di crescita ma di distribuzione – sotto la dinastia comunista è stata certo tentativamente frenata dall’Occidente fintanto che la tentazione di farci soldi ha avuto il sopravvento, senza capire alcunché, attribuendo alla Cina motivazioni imperiali occidentali.

Perché i libri hanno dovuto essere scritti da un capitano di sottomarino inglese e non dai cinesi stessi? Perché non hanno fatto quel che avrebbero fatto gli occidentali: Siamo stati noi, siamo stati i primi? Io non so, ma forse i cinesi non ci badano? L’ammiraglio He è ben noto. Ma tenendo la Barbaria in così bassa considerazione le imprese importanti fuori dalla Cina vengono in secondo piano rispetto alle carriere interne cinesi? Chiunque lasci il Regno di Mezzo per la Barbaria lo fa a rischio dell’oblio? E quelli che partono per l’Africa, e per l’Occidente per assorbire scienza e civiltà occidentali? Un interludio?

I cinesi vennero, videro, non conquistarono, molti rimasero. A differenza dell’Occidente, niente impero, niente tentacoli suggenti. Sempre a sua differenza, hanno imparato, e ne hanno preservato molto. Come un Marco Polo, che potrebbe anche mai essere stato n Cina, devono aver raccontato storie esotiche. Ma non ne è emersa alcuna sintesi importante. Però, il centro del mondo si sta ora spostando verso la Cina. Forse che il mondo abbia bisogno di un secondo 1421 che diffonda la civiltà cinese? Magari proprio attorno al 2025? Per visioni più globali?

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Pubblcato la prima volta il 20 febbraio 2009 – #51

Johan Galtung (24 ottobre 1930-17 febbraio 2024), era professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, e è stato il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 170 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.

Original in English: 1421-1434 – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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