(Italiano) Impero USA: declino progressivo e caduta inevitabile (Parte 1)

ORIGINAL LANGUAGES, 7 Apr 2025

Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

1. Definizioni e ipotesi: una sinopsi

Definizione: un impero è un sistema centro-periferia trasbordante, nel macro-spazio e nel macro-tempo, con una cultura che legittima una struttura di scambi disuguali fra centro e periferia:

  • economicamente, fra sfruttatori e sfruttati, come disuguaglianza;
  • militarmente, fra uccisori e vittime, come coercizione;
  • politicamente, fra dominatori e dominati, come repressione;
  • culturalmente, fra alienatori e alienati, come condizionamento.

Gli Imperi hanno profili differenti. L’Impero USA ha una configurazione completa, articolata in una asserzione di un pianificatore del Pentagono:

“Il ruolo di fatto delle Forze Armate degli Stati Uniti sarà di mantenere il mondo al sicuro per la nostra economia e aperto al nostro assalto culturale. A tali fini, faremo un discreto numero di uccisioni”.[1]

In altre parole, violenza diretta per proteggere violenza strutturale legittimata da violenza culturale.[2] Il Centro sono gli USA continentali e la Periferia molta parte del mondo. Come qualunque sistema, ha un ciclo vitale evocative di un organismo – concezione, gestazione, nascita, prima e seconda infanzia, adolescenza, età adulta, senescenza e morte. Inseminate dall’Impero Britannico, le colonie in maturazione affilarono le proprie competenze imperiali sulle popolazioni indigene, s’avventurarono all’estero in interventi militari che definivano zone d’interesse, rilevarono l’Impero Spagnolo, espandendosi con l’obiettivo d’egemonia mondiale e addirittura spaziale, adesso in fase d’invecchiamento con compiti di controllo opprimente che superano rapidamente quelli espansivi.

C’è d’aspettarsi declino e caduta come per ogni cosa umana; la questione è che cosa-perché-come-quando-dove-per opera di chi- contro chi. Risposte:

  • che cosa: i quattro schemi di scambio disuguali, insostenibili, succitati;
  • perché: perché causano sofferenza e risentimento insopportabili;
  • come: mediante le sinergie nella maturazione sincronica di 14 contraddizioni, seguite da demoralizzazione delle élite di sistema;
  • quando: entro una cornice temporale di circa 20 anni, a partire dal 2000;
  • dove: dipende dal livello di maturazione delle contraddizioni.
  • per opera di chi: degli sfruttati/congiunti delle vittime/dominati/alienati, dei [loro] solidali, e di coloro che combattono l’Impero USA per insediare il proprio.
  • contro chi: gli sfruttatori/uccisori/dominatori/alienatori, e coloro che sostengono l’Impero USA essendone beneficiari.

L’ipotesi non è che declino e caduta dell’Impero USA implichino declino e caduta della Repubblica USA (stati continentali). Al contrario, sollievo dall’onere del controllo e della manutenzione imperiale allorché superino i guadagni dallo scambio ineguale e l’espansione aumenti il deficit anziché diminuirlo, potrebbe portare alla fioritura della Repubblica USA. Ammetto una prevenzione antimperiale a causa dell’enorme sofferenza della periferia e nella stessa Repubblica; e una pro-Repubblica USA-Empire a causa del genio creativo e della generosità degli USA. Una posizione “antiamericana” non fa una tale distinzione fra Impero e Repubblica USA.[3]

Non c’è penuria di previsioni di disastro economico per la Repubblica USA nella scia di declino e caduta del sistema atto a “mantenere il mondo al sicuro per la nostra economia e aperto al nostro assalto culturale”, anche da parte di marxisti che credono (ancora) che costruire un Impero possa ridursi ad avidità economica soddisfatta da flagrante iniquità. Che è solo una componente in una sindrome imperiale completa di componenti attrattive e repulsive delle varie nicchie nelle società e nelle persone. Economisti ciechi ai fattori esterni disegnano teorie che legittimano l’iniquità, “realisti” irrealistici impongono l’”ordine”, liberali guidano e dominano scelte politiche altrui, e missionari, religiosi e laici, tentano di convertire chiunque. Nell’insieme un enorme drenaggio di risorse.

Il caso dell’Inghilterra indica che un impero può essere un fardello. Il declino di quell’Impero cominciò molto prima, ma la caduta del gioiello della corona, l’India, dovuto a una combinazione di lotta nonviolenta (Gandhi) e violenta, e l’incompatibilità dell’imperialismo con lo Statuto Atlantico, fu decisiva. L’Impero si disfece molto rapidamente in un lasso di 15 anni dal 1947, ovviamente instabile. E l’Inghilterra? Oggi più ricca che mai nella storia. Benvenuti, USA.

2. L’Impero USA: una rapida panoramica

Subito dopo l’assassinio di massa a New York e Washington l’11 settembre 2001, Zoltan Grossman fece circolare un elenco, basato su Registrazioni parlamentari e il Servizio parlamentare di ricerca della Biblioteca del Congress, con 133 interventi militari americani durante 111 anni, dal 1890 al 2001, dalla strage brutale della popolazione indigena a Wounded Knee in Dakota alla spedizione punitiva in Afghanistan. Sei di essi sono la 1^ e 2^ guerra mondiale, la guerra di Corea, del Vietnam, del Golfo e della Jugoslavia: i Democratici ne iniziarono cinque (Bush senior e junior sono le eccezioni fra i Repubblicani isolazionisti che di solito si concentrano più sullo sfruttamento della propria popolazione).

La media annua è 1,15 prima e 1,29 dopo la 2^ guerra mondiale, cioè un aumento. E dopo la guerra fredda, dalla fine del 1989, un greve aumento a 2,- compatibile con l’ipotesi che le guerre aumentino con il crescere degli imperi, con più privilegi da proteggere, più agitazioni da reprimere, rivolte da schiacciare.

William Blum ha 300 pagine di solida documentazione nel suo Rogue State: A Guide to the World’s Only Superpower [Stato canaglia: una guida all’unica superpotenza mondiale] (Monroe MA: Common Courage Press, 2000). La sofferenza complessiva è enorme: le vittime gli orbati di affetti, la natura danneggiata e la struttura (con la verticalizzazione) nonché la cultura (con la brutalizzazione i miti di vendetta e onore). Sta quasi tutto in un solo modello: costruire un Impero USA basato sullo sfruttamento economico di altri paesi e altri popoli, usando violenza diretta e indiretta, aperta (Pentagono) e dissimulata (CIA); col sostegno aperto e segreto dei propri alleati.

Il risultato è la struttura di classe internazionale con divari crescenti fra paesi ricchi e poveri e gente ricca e povera. Non c’è alcun segno di scontri di civiltà, né di espansione territoriale. Ma c’è un enorme zelo missionario e un’enorme presunzione. E la retorica cambia: contenimento dell’espansione sovietica, lotta contro il comunismo, le droghe, intervento per la democrazia e i diritti umani, contro il terrorismo. La lista degli interventi di Blum fino al 2000 copre 67 casi a partire dal 1945 (Grossman ne ha 56, differiscono un po’ i criteri):

Cina 1945-51, Francia ‘47, Isole Marshall dal ’46 al ‘58, Italia dal ’47 agli anni ‘70, Grecia ‘47-‘49, Filippine ‘45-‘53, Corea ‘45-‘53, Albania ‘49-‘53, Europa Orientale ‘48-‘56, Germania anni ‘50, Iran ‘53, Guatemala dal ’53 agli anni ‘90, Costa Rica anni 50, ‘70-‘71, Medio Oriente ‘56-‘58, Indonesia ‘57-‘58, Haiti ‘59, Europa Occidentale anni ’50 e ’60, Guiana Britannica ‘53-‘64, Iraq ‘58-‘63, Unione Sovietica dagli anni ‘40 ai ‘60, Vietnam ‘45-‘73, Cambogia ‘55-‘73, Laos ‘57-‘73, Tailandia ‘65-‘73, Ecuador ‘60-‘63, Congo/Zaire ‘77-‘78, Francia-Algeria anni 60, Brasile ‘61-‘63, Perù ‘65,

Repubblica Dominicana ‘63-‘65, Cuba dal ‘59, Indonesia ‘65, Ghana ‘66, Uruguay ‘69-‘72, Cile ‘64-‘73, Grecia ‘67-‘74, Sudafrica dagli anni ’60 agli ‘80, Bolivia ‘64-‘75, Australia ‘72-‘75, Iraq ‘72-‘75, Portogallo ‘74-‘76, Timor Est ‘75-‘99, Angola dal ’75 agli anni 80, Giamaica ‘76, Honduras anni 80, Nicaragua dal ’78 agli anni ‘90, Filippine anni ‘70, Seychelles ‘79-‘81, Yemen del Sud ‘79-‘84, Corea del Sud ‘80, Ciad ‘81-2, Grenada ‘79-‘83, Suriname ‘82-‘84, Libia ‘81-‘89, Figi ‘87, Panama ‘89, Afghanistan ‘79-‘92, El Salvador ‘80-‘92, Haiti ‘87-‘94, Bulgaria ‘90-‘91, Albania ‘91-‘92, Somalia ‘93, Iraq anni ‘90, Perù anni 90, Messico anni 90, Colombia anni ‘90, Jugoslavia ‘95-‘99.

Ci sono stati bombardamenti in 25 casi (per i particolari leggere il libro):

Cina ‘45-‘46, Corea/Cina ‘50-‘53, Guatemala ‘54, Indonesia ‘58, Cuba ‘60-‘61, Guatemala ‘60, Vietnam ‘61-‘73, Congo ‘64, Perù ‘65, Laos ‘64-‘73, Cambogia ‘69-‘70, Guatemala ‘67-‘69, Grenada ‘83, Libano/Siria ‘83-‘84, Libia ‘86, El Salvador anni 80, Nicaragua anni 80, Iran ‘87, Panama ‘89, Iraq dal ‘91, Kuwait ‘91, Somalia ‘93, Sudan ‘98, Afghanistan ‘98, Jugoslavia ‘99.

L’assassinio di leader stranieri compresi capi di stato è stato tentato in 35 paesi; assistenza con torture in 11 paesi: Grecia, Iran, Germania, Vietnam, Bolivia, Uruguay, Brasile, Guatemala, El Salvador, Honduras, Panama.

Sono inoltre 23 i paesi dove gli Stati Uniti sono intervenuti in elezioni o le hanno impedite:

Italia dal ’48 agli anni 70, Libano anni ‘50, Indonesia ‘55, Vietnam ‘55, Guayana ‘53-‘64, Giappone dal ’58 agli anni ‘70, Nepal ‘59, Laos ‘60, Brasile ‘62, Repubblica Dominicana ‘62, Guatemala ‘63, Bolivia ‘66, Cile ‘64-‘70, Portogallo ‘74-5, Australia ‘74-5, Giamaica ‘76, Panama ‘84, ‘89, Nicaragua ‘84, ‘90, Haiti ‘87-8, Bulgaria ‘91-2, Russia ‘96, Mongolia ‘96, Bosnia ‘98.

35 (tentati) assassinii + 11 paesi con torture + 25 bombardamenti + 67 interventi + 23 interferenze elettorali altrui = 161 forme di violenza politica aggravata solo da dopo la 2^ guerra mondiale: un primato mondiale.

L’aumento nel tempo si produce con uno spostarsi della civiltà bersaglio:

  • Fase I: Asia Orientale >> confuciana-buddhista
  • Fase II: Europa Orientale >> cristiana ortodossa
  • Fase III: LatinAmerica >> cristiana cattolica
  • Fase IV: Asia Occidentale >> Islam

Le fasi si sovrappongono, ma è questo il quadro generale.

Nella 1a fase il focus era soprattutto sulla gente in Corea, del sud e del nord, che voleva la riunificazione della propria nazione, e sui contadini poveri in Vietnam che volevano l’indipendenza. Nella 2a fase c’era la guerra fredda, non guerreggiata, per il contenimento del comunismo. E nella 3a fase i bersagli erano i poveri, le popolazioni piccole e indigene sostenute da studenti “maoisti”. Infine nella 4a fase, attualmente dominante nel quadro, il focus é/era sui paesi e i movimenti islamici, di cui sono esempio eminente i palestinesi.

In tutti tali sviluppi troviamo che gli USA sostengono chi è a favore degli affari e della crescita USA, e operano contro chi dà maggior priorità alla distribuzione e ai bisogni basilari dei più bisognosi.[4] Che muoiono, 100,000 al giorno, denutriti, sub-vestiti, sub-alloggiati, sub-accuditi, sub-scolarizzati; disoccupati, senza speranze né prospettive.   Ciò che potrebbe sodisfare i propri bisogni non si può comprare col denaro che non hanno, né con la manodopera perché comporta mestieri o terra (sementi, acqua, concime) che non hanno. Un mondo crudele costruito su scambi commerciali mondiali capeggiati dagli USA, sostenuti da apparati militari e governi alleati dominati dagli USA, e sovente popolazioni che fruiscono di risorse e prodotti alimentari dozzinali.

Di nuovo nella quarta fase c’è qualcosa che ha a che fare con la religione. L’Islam si preoccupa altrettanto di peccato e colpa ed espiazione, di crimine e castigo, che il cristianesimo. Che però non pone Dio e il suo paese, e particolarmente il “Paese proprio di Dio“ gli USA, più in alto che Allah e i suoi paesi, in particolare il pase sacro ad Allah, l’Arabia Saudita.   Un consiglio di Sicurezza ONU con un nucleo [permanente] di quattro paesi cristiani e uno confuciano ha poca autorità nell’islam rispetto a quella goduta in Europa Orientale e in America Latina.

E i paesi buddhisti est-asiatici sono forse più inclini a cambiare un karma mal combinato che emettere certificate di colpevolezza sugli USA.   Altrimenti detto, la vera resistenza è dovuta arrivare nella quarta fase con una nuova Pearl Harbor che molti considerano l’introduzione a una lunga guerra al/del Terzo Mondo. Della qual cosa non dovremmo essere così certi. Ma una cosa è chiara: chiunque fosse minimamente sorpreso l’11 settembre era ignorante, ingenuo o l’uno e l’altro.

Il terrorismo di stato senza fondo, senza limite degli Stati Uniti ha avuto una risposta molto poco sorprendente: terrorismo contro gli Stati Uniti. Con si stimano 12-16 milioni uccisi, e una media di 10 in lutto per ciascuno, con dolore e rincrescimento, smania crescente di vendetta e rivalsa, nessun atto di vendetta sarebbe inconcepibile. Le radici più profonde non stanno però nell’interminabile catena di violenze di “reazione”: stanno piuttosto nei numerosi conflitti irrisolti incastonati nell’Impero USA. Via di soluzione che di certo passa dalla dissoluzione dell’Impero USA.

Quel “A tali fini faremo un discrete numero di uccisioni” del pianificatore del Pentagono riflette una realtà imperiale. Il quando-dove-contro chi è appena stato esplorato. E poi?

3. Sul declino e la caduta degli Imperi: il caso dell’Impero Sovietico

In uno studio comparative del declino (di dieci) e della caduta (di nove, il decimo è appunto l’Impero USA) del 1995 [5], con un focus economico, la conclusione era che la causa generale era non un singolo fattore, bensì una combinazione di fattori in una sindrome:

  • una divisione della manodopera per cui paesi stranieri e/o stranieri entro il proprio paese assumono i compiti di sviluppo più stimolanti e interessanti data la situazione storica;
  • un deficit di creatività collegato a un deficit tecnologico e di competenza gestionale, ivi inclusa previsione e innovazione;
  • uno o vari settori dell’economia trascurati o in ritardo;
  • e, al tempo stesso, espansionismo come ideologia/cosmologa, sfruttamento di paesi esteri e/o la propria stessa popolazione che induce reazioni negative, distruttive.

L’idea di sindrome provenne da un precedente studio del declino e della caduta dell’Impero Romano[6] dove molti autori sono ricorsi a molte teorie mono fattoriali. Tale idea fu poi applicate all’Impero Sovietico nel 1980 [7], focalizzandosi su cinque fattori relativi a contraddizioni, tensioni, come i quattro punti qui sopra:

Nella società:

  • una società macrocefala, centralizzata, non-partecipativa gestita dalla nazione russa che controllava altre nazioni,
  • dove la città controllava la campagna,
  • la borghesia socialista controllava il proletariato socialista e
  • non aveva nulla da comprare perché il livello di elaborazione era troppo basso;

Nel mondo:

Una politica estera tendente al confronto gestita dall’Unione Sovietica controllando e intervenendo nei paesi satelliti.

La predizione, da me fatta più volte nel 1980, era che l’Impero Sovietico sarebbe crollato non per un singolo fattore ma per una “maturazione sincronica di contraddizioni, seguita dalla demoralizzazione delle élite del Centro e della Periferia”, con il Muro di Berlino in crollo precoce, entro 10 anni.

Il meccanismo non fu il boato di una guerra, bensì il frignio delle élite demoralizzate che dopo aspre critiche divennero violentemente corrotte, alcolizzate, strasazie, talvolta fascinosi maniaci egotisti.

4. Sulle contraddizioni dell’Impero USA.

La predizione del declino e della caduta dell’Impero Sovietico si basava sulla sinergia di [cinque>>] 4 contraddizioni, e il periodo di loro definitiva maturazione nel tessuto sociale nel 1980 fu stimato in un decennio. Talora ne aggiunsi una quinta: fra il mito, la massiccia propaganda sovietica, e la realtà – fino a un ceto punto dissolta in meravigliose barzellette.

L’analoga predizione riguardante l’Impero USA si basa sulla sinergia di 14 contraddizioni, e il periodo di loro definitiva maturazione nel 2000 fu stimato in 25 anni. Ci sono più contraddizioni perché l’Impero USA è più complesso, e ci vuole più tempo perché è più sofisticato. Dopo i primi mesi di George W. Bush presidente il periodo fu ridotto a 20 anni per come aveva già acutizzato molte delle contraddizioni indicate l’anno prima, e perché il suo estremo perseguire un solo scopo lo rendeva cieco alle sinergie negative complesse. E così proseguì.

Il presidente William J. Clinton (rieletto) veniva considerato in una luce diversa. Confrontato con una costante di contraddizioni, senza dubbio con differenze significative di terminologia e numero, la sua violenza fu un intervento in Somalia che cancellò, una guerra contro la Serbia di cui aveva grossi dubbi e mai alcun entusiasmo, e un paio di missili scagliati per rabbia. Essendo super-intelligente, ne potrebbero essere oconseguite una demoralizzazione in alto e la fruizione di sesso altrove. Ipotesi: cercarono di estrometterlo non tanto per questa, pretestuosamente, quanto per quella. Il tentativo fallì, ma la presidenza USA la catturò un George Bush alquanto non-demoralizzato.

Ecco una lista delle 14 contraddizioni postulate nel 2000:

  • Economiche (sistema a guida USA: Banca Mond./Fondo Monet.Internaz./Org.Mond.Commercio, Borsa Valori NewYork, Pentagono)
    • fra crescita e distribuzione: sovraproduzione per la domanda, 1.4 mld$ vs <1$ /giorno, 100.000 morti /giorno, 1/4 di fame
    • fra economia produttiva e finanziaria (valute, azioni, obbligazioni) sopravvalutata, da cui crolli, disoccupazione, lavoro in appalto
    • fra produzione/distribuzione/consume e natura: crisi ecologica, esaurimento/ inquinamento risorse, riscaldamento globale
  • Militari (sistema a guida USA: NATO/Tratt.InterAmericano Assistenza Reciproca/USA-Giappone)
    • fra terrorismo di stato USA e terrorismo: vampa di ritorno
    • fra USA e Alleati (eccetto UK, D, Giappone), che ne hanno abbastanza
    • 6. fra egemonia USA in Eurasia e triangolo Russia‑India‑Cina, con 40% dell’umanità
    • fra NATO a guida USA ed Esercito UE: seguito al rapporto Tindemans [1995, 4 ipotesi d’ampliamento UE, ndt]
  • Politiche (Eccezionalismo USA secondo Dio)
    • fra USA e ONU: il contrattacco ONU
    • fra USA e UE: rivaleggiando per il sostegno ortodosso/musulmano
  • Culturali (Cultura plebea USA trionfante)
    • fra giudeo-cristianesimo USA e Islam (25% dell’umanità; Cons.Sicur.ONU con 4 membri permanenti cristiani e nessuno dei 56 paesi musulmani).
    • fra cultura USA e civiltà più antiche (cinese, indiana, mesopotamica, azteca/inca/maya)
    • fra cultura d’élite USA ed europea: Francia, Germania, etc.
  • Sociali (Elite mondiali a guida USA vs il Resto: Forum Economico Mondiale, Forum di Davos vs F. Sociale Mondiale, Porto Alegre)
    • 13. fra élite di stato-aziendali e classi lavoratrici disoccupate e in appalto. Le classi medie?
    • 14. fra vecchia e giovane generazione: Seattle, Washington, Praga, Genova e interlocutori sempre più giovani. La generazione intermedia?
    • [Anche qui] si potrebbe aggiungere: fra mito e realtà.

L’elenco era una semplice lettura della situazione dell’Impero USA. Sono certo possibili discorsi più sofisticati, mantenendovi le idee chiave di sindromi, sinergie e demoralizzazione.

  1. La maturazione delle contraddizioni: aggiornamento dopo 3 anni

Useremo le stesse formulazioni che qui sopra, omettendone le piccole note esplicative e aggiungendovi qualche sorta di commento fluente – si spera informato – sugli affari contemporanei.

Ovviamente l’Impero USA, in quanto realtà in funzione, dinamica, non struttura statica, con le 14 contraddizioni nella propria scia è un sistema molto complesso. In tali sistemi le linearità sono rare, le catene causali si scindono e uniscono; occhielli, spirali, curve d’ogni forma, sono onnipresenti. Balzi quantici quando si accoppino intensamente due fattori, uno dei quali varia mentre l’altro resta costante, saranno frequenti. Ma la predizione è che entro vent’anni spariranno i quattro tipi di scambio ineguale con gli USA nel Centro, che sia diventando scambio più uguale o meno scambio, cioè isolamento. O entrambi.

Contraddizioni economiche

    • 1. Fra crescita e distribuzione:

Generalmente la crescita è fiacca con la possibile eccezione della Cina, e la distribuzione sovente in peggioramento, sia fra che entro i paesi. La preoccupazione base è però per i mezzi di sussistenza al fondo della società mondiale, la mortalità evitabile e la sofferenza dovuta a morbilità quasi fatale da fame o malattie di facile prevenzione/cura. Tale sindrome è incombente, è vale l’analisi in termini di sovra-produzione causa di disoccupazione causa di domanda insufficiente e conseguente surplus di scorte causa a sua volta di più disoccupazione, etc. Contemporaneamente la monetizzazione di terreni/sementi/acqua/concime impedisce la conversione di manodopera in alimenti utilizzando la propria terra. L’Impero USA persegue la crescita ma neglige ed evita la distribuzione, svalutando così la propria stessa offerta, essendo un aspetto chiave della crescita una domanda e un consumo aumentati in generale.

    • 2. Fra economia produttiva e finanziaria:

Essendo il fatturato di mercato nazionale e globale alto pur con crescita fiacca nell’economia produttiva di molti paesi, ed essendo lì bassa la distribuzione, ci sarà nelle alte sfere un grosso accumulo di liquidità in cerca di sfogo. Essendo il consumo di lusso e gli investimenti produttivi limitati, lo sfogo ovvio è la compravendita nell’economia finanziaria, altrimenti nota come speculazione. L’economia produttiva reagisce mettendo su imprese virtuali, fasulle, come ENRON e WORLDCOM, per cui la crescita dell’economia finanziaria si sfasa rapidamente rispetto a quella dell’economia produttiva.

Talché, l’acuirsi di questa contraddizione nel 2001 sfociò nel crollo di certi settori azionari e ne risultò il deprezzamento del dollaro USA, come ci si aspettava, indicativo di una patologia cronica. Una cura basilare della quale fu la distribuzione, che l’Impero USA impedisce, mediante il suo uso del sistema BM/FMI/OMC-Borsa NY- Pentagono. Non essendo tale cura disponibile attualmente, la patologia sottostante produrrà altri aumenti di valore dei beni finanziari e altri crolli.

    • 3. Fra produzione/distribuzione/consumo e natura:

L’uscita unilaterale dell’amministrazione Bush dal Protocollo di Kyoto ha acutizzato notevolmente questa contraddizione ed è stata un fattore chiave dietro le insegne del vertice del 2002 in SudAfrica: Grazie, Bush, hai fatto sì che il mondo odii l’America. La spiegazione resa fu che il Protocollo impediva la crescita economica USA (cioè inaccettabile dalle potenti corporation). Questa mossa mette a repentaglio il pianeta ed è un’espressione di disprezzo per i regimi globali basati sul negoziato di trattati ratificabili. Gli USA avrebbero potuto chiedere una rinegoziazione. Ma l’Impero USA ha altre priorità e ha mobilitato folle di milioni nel movimento per uno sviluppo sostenibile contro gli USA.

Contraddizioni militari

  • Fra terrorismo di stato USA e terrorismo:

Questa contraddizione ha subito un salto esponenziale l’11 settembre 2001 benché il numero degli uccisi fosse minore che dopo l’altro 11 settembre, del 1973, quando gli USA avevano sostenuto il colpo di stato [in Cile] contro il governo socialista di Salvador Allende (uno degli ormai 68 interventi dopo la 2^ guerra mondiale, contando l’Iraq). Molto prevedibile, quanto una sua ripetizione a meno che l’Impero USA non escano dal ciclo di violenza decidendo di capire “che il nemico possiamo essere Noi (us/US)”. Ma invece adesso parla di interventi in più di 60 paesi, durevoli più di una vita; un prezzo salato per il fiasco di provare, o lo sforzo di evitare, la risoluzione di conflitti/contraddizioni.

A questo punto un’annotazione ovvia: il tentativo di spiegare l’11 Settembre, per esempio come “reazione all’Impero USA colpendo due strumenti capitali per l’operatività economica e militare”, o sbrigativamente come “vendetta” e “conflitto irrisolto” non giustifica in alcun modo l’atto raccapricciante. Né è giustificato l’intervento USA in Afghanistan e Iraq. Ma, come il Kosovo, possono entrambi essere in parte spiegati come tentativi di mantenere ed espandere l’Impero USA, per più controllo del mercato petroliero mondiale e per “mantenere al sicuro il mondo per la nostra economa” stabilendoci basi militari.   La violenza che colpisca l’Impero nel suo punto più forte è sia sbagliata, inefficace e controproducente quanto la violenza USA e mobilita contro chi la esercita.

Escludendo tale spiegazione come giustificazione in quanto contro la razionalità illuministica, si risolvano i problemi identificandone le catene causali, poi rimuovendo le cause come i cicli di violenza e i conflitti irrisolti.   Ma l’Impero USA fa ostruzionismo e dovrà in ultimo soccombere.

  • Fra USA e Alleati:

Situazione molto fluida. L’Impero USA non vuole essere considerato come tale ma come qualcosa di generalmente sostenuto dalle “società avanzate”, “civilizzate”, a differenza di quelle “maligne”, “caotiche” e “terroriste”. Washington forma coalizioni con Alleati nei sistemi NATO/Trattato di Rio/USA-Giappone e altri.   Tale contraddizione (e molte altre) non s’è mai mostrata così chiara come riguardo alla guerra contro l’Iraq, ma ci sono state anche tensioni latenti in connessione con le operazioni in Jugoslavia e Afghanistan.

Qui la pubblica opinione non è una variabile importante. Washington tratta con i governi e per ciò è molto preoccupata d chi siano i membri. I tre modi per esercitare il potere – persuasione, negoziato e minacce – si esercitano al meglio a porte chiuse per non essere esposti a qualcosa come il rilievo devastante del ministro degli Esteri tedesco al segretario alla Difesa USA a Monaco nel febbraio 2003: “In una democrazia si devono presentare argomentazioni per la propria posizione, e le vostre non sono convincenti”.

Se il pubblico sapesse che succede dietro le porte chiuse, come sostenere un attacco all’Iraq in cambio di far inscrivere qualcuno nella lista USA delle organizzazioni terroristiche, crescerebbe l’opposizione.   Nel 2000 UK, Germania e Giappone erano considerati alleati fidati; il che indusse a non prevedere la posizione tedesca, collegata all’aver già fatto pressioni sul partito socialdemocratico contro le proprie convinzioni interne su Jugoslavia e Afghanistan. L’Australia, invece, era quanto mai prevedibile in quanto paese anglosassone[8], e come il Giappone si comportò come previsto. L’analisi costi-benefici varia secondo i paesi, ma la tendenza è contro un sostegno incondizionato all’Impero USA – contraddizione molto sensibile che si acutizzerà se la gente esercita molta più pressione sui propri governi.

  • Fra egemonia USA in Eurasia e Russia‑India‑Cina:

Questi sono paesi enormi, inconquistabili, sicché gli USA li hanno approcciati con la paura che hanno delle loro popolazioni musulmane, in Cecenia, in Kashmir (e ovunque) e Xinjiang rispettivamente. Dopo l’espansione a est della NATO e l’espansione a ovest dal 1995 dell’alleanza USA-Giappone (con Taiwan e Sud Corea come membri di fatto), quei tre paesi hanno risolto molti loro problemi e si sono avvicinati reciprocamente (benché non in un’alleanza formale).

Ma tali mosse sono state temporaneamente fermate dagli USA che li hanno allineati contro il terrorismo islamico, che vuol dire musulmani che combattono per più autonomia/indipendenza in quei rispettivi luoghi. L’attacco all’Iraq sembra aver riacutizzato la contraddizione visto che non partecipano all’occupazione (sapendone qualcosa di guerriglia islamica).ma gli USA hanno ancora una notevole presa economica d’accesso al mercato e agli investimenti presso tutt’e tre i governi.

  • Fra NATO a guida USA ed Esercito UE:

Punto diverso dai due precedenti, riguardanti più l’astensione da un sostegno e paesi che sentono il movimento a tenaglia dell’Impero USA ed eventualmente creino un’alleanza. Qui si tratta di un nuovo esercito multinazionale di duna potenziale superpotenza, che crea problemi identitari a qualche membro. La domanda “perché gli serve quest’esercito quando hanno la NATO?” ha una risposta in logica dualista: “questo mostra che non sono del tutto con noi, quindi sono contro di noi”.   Ci sarà un bel po’ di manovre a porte chiuse riguardo a questa contraddizione. Ma la mossa generale sarà verso un esercito UE per qualche membro, sviluppando l’attuale Eurocorps, con una linea di comando che non finisca a Washington, né passi per Washington salvo per qualche scambio d’informazioni. A scopo difensivo o per un’Impero UE venturo? Che ne rilevi le spoglie?

Contraddizioni politiche

    • 8. Fra USA e ONU:

Il più potente paese al mondo usa anche più di frequente il veto nel Cons(iglio di )Sicur[ezza ONU]e ha di fatto un potere economico di veto trattenendo o ritirando le quote di finanziamento ai programmi [ONU] non graditi, oltre all’influenza come Impero su molti membri ONU, come cambiarne le condizioni di prestito secondo la loro modalità di voto. Che questo comportamento crei risentimento è logico ed è venuto fuori apertamente quando l’alleanza anglosassone USA/UK non è riuscita a far accettare la propria seconda risoluzione sull’Iraq dal ConSicur.

Tuttavia, una diplomazia USA molto energica e di nuovo l’influenza a livello d’Impero ha evitato ciò che Washington temeva, usare la risoluzione Uniting for Peace per rimandare una problematica bloccata al ConSicur all’Assemblea Generale (UNGA) dove dibattito e voto avrebbero evidenziato il sostegno dell’ONU profonda a un attacco all’Iraq ben più limitato che nell’approccio franco-tedesco.

  • Fra USA e UE:

Ciò va ben aldilà della questione NATO vs Esercito UE. La UE ha oggi 15 membri, entro Maggio 2004 saranno 25 e altri se ne aggiungeranno [2025: 31 – ndr]. Se la UE, quanto mai nel proprio interesse, decidesse di unire le line fondamentali di faglia nell’intera costruzione europea, fra cristiani ortodossi e cattolici/protestanti, e fra cristianesimo e islam (distinti rispettivamente dal 1054 e 1095) aprendo la UE all’associazione russa e turca, beh allora gli USA sarebbero davvero ben lontani là dietro. Parleremmo di oltre 750 milioni di abitanti.

Il processo di loro associazione potrebbe dover essere graduale, tipo X% d’aumento annuo nell’accesso al mercato del lavoro UE contro X% d’aumento annuo nell’accesso alle risorse. Il rapporto verso l’Est Asia può essere problematico, ma la UE sta lavorando bene anche su questa linea di frattura. E una UE gigantesca potrebbe solo guadagnarci guardandosi da ogni imitazione dell’Impero USA, abbonandosi invece al sostegno ONU.

Contraddizioni culturali

    • 10. Fra giudeo-cristianesimo USA e islam:

Sono tutt’e tre le religioni abramitiche, e l’espressione giudeo-cristianesimo, così frequente negli USA, indica un cuneo fra di esse. Con la recente alleanza fondamentalista basata sull’idea che è prossimo Armageddon e che la prima venuta del messia e la seconda venuta di Cristo potrebbero riguardare la stessa persona, questa contraddizione si è davvero molto acutizzata. Ma l’islam va espandendosi molto rapidamente, il cristianesimo no e gli ebrei sono una sparuta minoranza. Questa divergenza marcherà confini netti contro la penetrazione dell’Impero USA. I giovani autori sauditi wahhabiti dell’11 settembre possono aver agito più di quanto sognassero per conto di 1,3 miliardi di musulmani e non solo di 300 milioni di arabi. E questo rapporto bellicoso limiterà notevolmente l’espansione dell’Impero USA.

    • 11. Fra USA e le civiltà più antiche:

Quando la gente parla di fondamentalismo di solito intende l’articolazione religiosa di vecchie culture. ma le culture sono pluridimensionali, comprendono la lingua e altre forme di espressione, e tempi sacri e luoghi sacri nella storia e geografia, e quant’altro. Ci sono risvegli in tutto il mondo, che considerano antiche culture non-occidentali non come oggetti esotici da museo da osservare ma non vivere. La distruzione di manufatti dell’epoca sumera/babilonese è stata vista come un tentativo di rendere governabili gli irakeni distruggendo altri punti focali d’identificazione. Un tipico esempio di contraddizione a un primo stadio, infantile, ma riempito di un potenziale a rapida maturazione e di potente articolazione.

    • 12. Fra cultura d’élite USA ed europea:

Il mondo ha, così pensa l’Occidente, quattro centri capitali geo-culturali: USA, Regno Unito, Francia e Germania. Altri possono imparare ad imitarli o produrre elementi esotici. Francia e Germania continuano la lotta per la culturale prevalenza nei confronti degli USA, con l’UK anglosassone da qualche parte in mezzo.

Contraddizioni sociali

  • Fra élite di stato-aziendali e classi lavoratrici disoccupate e in appalto:

Il potente complesso sindacale USA, l’AFL/CIO, ha votato per la prima volta contro una guerra: all’Iraq. Ma le classi lavoratrici oggi sono mantenute in riga dalla minaccia di disoccupazione e dall’inferiorità del lavoro in appalto rispetto a quella categoria in sparizione, la posizione effettiva con sicurezza. Le élite di stato- aziendali sono meglio organizzate e brave a rendersi insostituibili. Possono rendere facili assunzioni e licenziamenti, con la minaccia ultimativa dei temi d’assestamento dell’automazione (“modernizzazione”).

L’economia postmoderna può far senza lavoratori, ma non senza clienti. Licenziando lavoratori si licenziano acquirenti riducendone il potere d’acquisto. Le classi medie mondiali possono unirsi boycottando i prodotti dell’Impero USA, come per il petrolio dall’Iraq, velivoli Boeing (una delle maggiori fabbriche di morte al mondo); in generale boycottando beni di consumo USA, capitali e prodotti finanziari, come dollari USA, azioni e obbligazioni – ma mantenendo i contatti personali.

    • 14. Fra vecchia e giovane generazione:

Più giovani che mai, non solo studenti universitari contro la guerra del ViêtNam ma anche delle scuole secondarie, facilmente mobilitati via Internet fintanto che dura. Forse in questo un elemento di mito contro la realtà: gli è stata ammannita propaganda che pare molto remota dalla realtà. Può valere lo stesso per le donne, ma qui Washington ha giocato bene le sue carte: la “patria sicurezza” ridimensiona il tema e riporta nei ranghi le donne a difendere i difensori del focolare e della famiglia. Ma le altre nazioni degli USA, gli inuit, hawaiani, le Prime Nazioni, i chicanos, gli afroamericani potrebbero trovarsi schierati contro gli anglosassoni, i battisti del Sud, il Sud profondo militarizzato, ora al comando. Si spera che non creino un’emergenza cancellando elezioni che non possono vincere.

[continua]…

NOTE

[1]. From Susan George, “The Corporate Utopian Dream”, The WTO and the Global War System, Seattle, November 1999.  He is missing the political dimension and might have added “a fair amount of bullying” or “arm-twisting” after killing.

[2].  For this way of seeing reality, see Johan Galtung, Peace by Peaceful Means, London:  SAGE, 1996, chapter 2.

[3].  That not very intelligent term obscures the difference between those who are against both Republic and Empire (americaphobia?; very few, it seems) and those who are against one but not the other.  Unconditional love for both, (americaphilia?) is quite frequent.  It should be noted that “America” actually refers to the whole hemisphere, making the term “anti-American” also a sign of geographical confusion.

[4].  Many pairs come to mind, we just pick five as examples:

  1. Mossadegh was intervened, the Shah’s dictatorship not;
  2. Very much has been done to overthrow Castro, not Batista;
  3. very much was done to overthrow the Sandinistas, not Somoza;
  4. very much is being done to overthrow Chavez, not Jimenez;
  5. Lumumba was intervened and killed, not Mobutu.

The basic criterion is “free trade”, not democracy/dictatorship.

[5]. Johan Galtung, The Decline and Fall of Empires: A Theory of De-development, Geneva: UNRISD, 1995 (but not published by them), see www.transcend.org.

[6]. Johan Galtung, with Tore Heiestad and Erik Rudeng, On the decline and fall of empires: the Roman empire and Western      imperialism compared. Oslo: University of Oslo, Chair in      Conflict and Peace Research, 71 pp. (Trends in Western      civilization program, 15), (Oslo Papers, 75). Also published at: Tokyo: UN University, 1979, 71 pp (HSDRGPID‑l/UNUP‑53), and in Immanuel Wallerstein (ed.) Review. New York: Research Foundation of the State University of New York, IV, 1980, 1, pp. 91‑154. Condensed version in: Comprendre: revue de politique de la culture, XLIII/XLIV, (1977/78), pp. 50‑59.

[7]. Johan Galtung, with Dag Poleszynski and Erik Rudeng, Norge foran 1980‑årene (Norway facing the 1980s). Oslo: Gyldendal, 1980,  p. 85.

[8]. But Canada and New Zealand, also Anglo-Saxon dominated, did not follow suit.  Because they are more diverse, with non-Anglos like the French-speaking and First Canadians in Canada, and the Maoris in New Zealand to take into account?  clearly, there is no longer a massive Anglo-Saxon bloc.

__________________________________________

(inedito del 2015)

Johan Galtung (24 ottobre 1930-17 febbraio 2024), era professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, e è stato il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 170 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.

Original in English: On the Unavoidable, Ongoing Decline–and Fall–of the US Empire – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

Go to Original – serenoregis.org


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