(Italiano) Lavorare per chi?

ORIGINAL LANGUAGES, 28 Oct 2024

Elena Camino | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

Linguaggio fuorviante Pochi giorni fa due grandi aziende, Leonardo e Rheinmetall, hanno firmato un accordo di collaborazione. La finalità dell’accordo è dotare le Forze Armate italiane di veicoli da combattimento: tutti i modelli avranno un design modulare e il veicolo da combattimento di fanteria Rheinmetall Lynx costituirà la base tecnologica.

Via dal Sud

– In una recente puntata della trasmissione di ‘Presa diretta’ andata in onda su RAI3 il 22 settembre 2024, il conduttore Riccardo Iacona presenta una varietà di riflessioni sul tema sullo spopolamento del Sud d’Italia: ‘Via dal Sud’. Meno industrie, meno bambini, meno opportunità per lavorare, soprattutto per la fascia giovanile. Iacona intervista alcun* giovani che si stanno laureando al Politecnico di Torino, una delle più prestigiose scuole di Ingegneria d’Europa: 28 corsi di laurea, 40.000 iscritti; il 20% degli/delle iscritt* arriva da altri Paesi, e il 40% proviene dal Centro e Sud Italia.

Molt* di quest* giovani si fermeranno al Nord: hanno già ricevuto offerte di stage e di lavoro, mentre in Meridione avrebbero difficoltà a trovare impiego, per la scarsità di poli industriali in grado di assumerli. Talvolta le loro famiglie si trasferiscono al Nord per stare più vicine ai loro figli e figlie.

Una nuova vocazione industriale per Torino

Nonostante il drammatico declino dell’industria automobilistica, Torino (e il Piemonte) mantiene una forte attrattività lavorativa, e sta sviluppando una vocazione industriale ad elevata densità tecnologica. Di che cosa si tratta? Tra le nuove iniziative a carattere industriale viene data particolare rilevanza alla progettazione e implementazione della ‘Piattaforma dell’Aerospazio’. L’Ufficio Comunicazione della Regione Piemonte invia periodicamente comunicati alle agenzie di stampa, con informazioni e aggiornamenti su questo nuovo settore industriale, l’Aerospazio. Ecco una sintesi dei più recenti Comunicati.

13 settembre 2024 PRESENTATO IN REGIONE IL PROGETTO CRESCIAMO INSIEME DI LEONARDO ELICOTTERI

Sviluppare una solida rete di fornitori italiani per il rafforzamento della filiera dell’aerospazio della divisione Elicotteri di Leonardo […] per affrontare, attraverso partnership strategiche, la crescita del mercato globale e le nuove competizioni che in esso si stanno generando. È l’obiettivo del progetto di Leonardo Elicotteri denominato “Cresciamo Insieme” e che mira a coinvolgere oltre 600 aziende di 8 regioni italiane.

9 ottobre 2024 NUOVO PASSO IN AVANTI DELLA CITTA’ DELL’AEROSPAZIO

Presso la sede della Regione Piemonte è stato costituito lo Scientific Advisory Board ( S.A.B ), della Città dell’Aerospazio, allo scopo di condividere le principali linee tecnologiche di Ricerca, Sviluppo e Applicazione Aerospaziale  valorizzando tutte le grandi competenze già presenti sul territorio a partire  dalle Realtà accademiche e dalle grandi aziende come Leonardo, Thales Alenia Space e Avio Aero fino a coinvolgere la fitta rete qualificata di PMI e  Start Up’s.

17 ottobre 2024  PIATTAFORMA DELL’AEROSPAZIO DAL MINISTERO INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI VIA LIBERA AL POLITECNICO PER AVVIARE I LAVORI

Con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato dato il via libera all’avvio dei lavori per la costruzione della Piattaforma dell’Aerospazio […]. L’intervento edilizio sarà realizzato dal Politecnico: prevede attualmente un quadro economico complessivo di circa 44 milioni di euro ed è finanziato attraverso fondi interni di Ateneo per circa 27 milioni e importanti finanziamenti esterni sottoscritti nel marzo del 2019. […]

Secondo il Rettore del Politecnico, a partire dal rafforzamento degli indirizzi formativi fino alla costituzione di nuovo Centro Interdipartimentale sull’Aerospazio, un playground interdisciplinare […] favorirà i processi innovativi in piena collaborazione con il tessuto produttivo territoriale, sempre più orientato ad una vocazione industriale ad elevata densità tecnologica”, in cui è sempre più evidente il coinvolgimento del settore militare e la presenza di aziende produttrici di armamenti.

Università, industria, militari a braccetto

La collaborazione tra istituzioni universitarie e attività industriali, da sempre presente, ha sviluppato negli ultimi anni un indirizzo privilegiato con il settore militare del nostro Paese. Si sono moltiplicati i progetti condivisi, sono aumentati i finanziamenti alla ricerca militare, e sempre più esplicite sono diventate le iniziative per attrarre e coinvolgere giovani e famiglie a orientarsi verso il mondo militare. Ecco un paio di esempi.

La Fondazione Med-Or nasce per iniziativa di Leonardo Spa nel 2021 con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, per unire competenze e capacità dell’industria con il mondo accademico per lo sviluppo del partenariato geo-economico e socio-culturale, soprattutto nell’area del Mediterraneo. Del Comitato scientifico fanno parte numerosi accademici, tra cui alcuni Rettori.

Nel 2022 è stato lanciato dal ministero della Difesa un Piano nazionale della ricerca militare (Pnrm) che ha come obiettivo “l’incremento del patrimonio di conoscenze della Difesa nei settori dell’alta tecnologia”:  un ministero che offre soldi per fare ricerca su ambiti legati al mondo della difesa.  Il legame sempre più stretto tra università e industria militare è stato documentato in un recente libro di Michele Lancione: Università e militarizzazione”, pubblicato da Eris edizioni nell’ottobre 2023.

Posti di lavoro attrattivi

Molt* giovani che si iscrivono al Politecnico di Torino si orientano poi a cercare ulteriore formazione e impiego là dove ci sono condizioni più favorevoli e le offerte più vantaggiose in termini economici.  Alcun* dei/delle giovani che si sono trasferit* dal Sud – come abbiamo visto – trovano borse di studio, Masters e dottorati proprio nel settore aerospaziale: per esempio, l’attuale bando del Master in Operational excellence management si prefigge di contribuire alla formazione degli apprendisti laureati che intendano approfondire le tematiche, tecniche e gestionali, dell’industria digitale aerospaziale.

Chi seguirà questo master otterrà le competenze necessarie a creare una nuova figura di Ingegnere specializzato con una ampia visione sull’intero processo produttivo di un velivolo: concezione, valutazione di impatto economico, fino all’analisi del processo produttivo e della gestione del velivolo durante le operazioni, considerando le problematiche di manutenzione e di sicurezza. Gli apprendisti laureati verranno assunti dall’azienda partner LEONARDO S.p.A. – Divisione Velivoli. 

Elevata densità tecnologica: un esempio

Il linguaggio che si utilizza per descrivere i profili professionali de* nuov* ingegneri rende difficile capire bene gli scopi del loro lavoro e gli ‘oggetti’ che si costruiranno grazie alle loro competenze. Occorrono approfondite conoscenze tecniche di base, che attingono a diverse discipline interconnesse all’interno di una raffinata rete informatica.  Tra la molteplicità di offerte formative possiamo esaminarne una che sotto il titolo ambiguo di ‘sistema di sistemi’ nasconde il vero scopo del programma: quello di costruire un ‘sistema aereo’ da combattimento.

Il Global Combat Air Programme (GCAP) è un programma di collaborazione internazionale che coinvolge Italia, Regno Unito e Giappone con l’ambizione condivisa di sviluppare un sistema aereo di nuova generazione entro il 2035. Leonardo è partner strategico insieme alla britannica BAE Systems e alla giapponese Mitsubishi Heavy Industries. Il futuro sistema aereo da combattimento, definito come il “sistema dei sistemi”, opererà nei cinque domini, aria, terra, mare, spazio e cyber, secondo una struttura stellare nella quale il fighter di nuova generazione sarà la “core platform” connessa con altri “sistemi” periferici, pilotati e non pilotati.

Impieghi per chi, per quant*?

Secondo l’attuale governo il GCAP farà da volano per lo sviluppo tecnologico e per la crescita a lungo termine delle economie dei paesi coinvolti, creando posti di lavoro altamente qualificati e sostenendo i sistemi produttivi lungo tutta la catena di approvvigionamento. L’industria nazionale vede coinvolte al fianco di Leonardo altre importanti aziende leader del settore come Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia e le filiere ad esse connesse (università, centri di ricerca, PMI e start-up).

Saranno più di 750 le persone impegnate nell’Ingegneria (aeronautica, elettronica, meccanica, gestionale, informatica e sistemistica) e nel Project & Programme Management; 4 le aree di business coinvolte: Velivoli, Elettronica, Cyber & Security Solutions e Aerostrutture. Più del 50% dei 100 dottorati attivati con le principali università italiane contribuiranno alla realizzazione del programma.

Mentre si fanno sempre più critici i problemi occupazionali del settore industriale in ambito civile, in particolare quello metalmeccanico e dell’automotive, sembra che aumentino le opportunità di impiego offerte dalla collaborazione con il settore militare, come quelle che prevedono la realizzazione del progetto della Città dell’Aerospazio, coordinato dalla Regione Piemonte.  Per ora si tratta di pochi posti di lavoro per persone di elevata competenza tecnoscientifica, anche se –  secondo l’Assessore alle attività produttive della Regione Piemonte –  “La Regione ha sempre creduto nel comparto aerospaziale come uno dei pillar da valorizzare e da far crescere. Una filiera che ha un positivo trend di crescita con un giro d’affari di oltre 8 miliardi e 35.000 posti di lavoro. Sarà così???

Economia di guerra o economia disarmata?

Si è nominata più volte l’azienda Leonardo. Dal suo sito apprendiamo che Leonardo è un gruppo industriale internazionale che realizza capacità tecnologiche in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza. E’ partner tecnologico di Governi, Amministrazioni della Difesa, Istituzioni e imprese. In Italia Leonardo S.p.A. è una società italiana a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze italiano, che possiede circa il 30% delle azioni. Negli anni recenti si è verificata una progressiva concentrazione nel settore “difesa” da parte di Leonardo (dal 30% al 70% della produzione) a discapito di altri ambiti produttivi.

Questo è il risultato di scelte politiche, che influenzano significativamente l’economia, e che sono difficili da capire da parte della società civile, in grande sofferenza per la crescente disoccupazione, e per i tagli sugli investimenti essenziali (salute, educazione, ambiente).  Le politiche economiche di investimenti per il settore militare di un Paese (infrastrutture, personale, materiali ed esercitazioni), e più in generale a sostegno delle industrie di armamenti, producono di fatto meno posti di lavoro rispetto a strategie economiche di sostegno alla società civile (sanità, educazione, trasporti ecc.).

I risultati pubblicati da numerosi Autori nella letteratura internazionale sono molto critici sull’efficacia di una economia ‘militarizzata’, che oltre a limitare progressivamente potere alle istituzioni democratiche offre complessivamente minori possibilità di impiego ai cittadini rispetto ai finanziamenti per attività ‘civili’.  Si tratta di un aspetto preoccupante in questa fase di transizione ecologica, in cui sarebbe importantissimo contrastare gli effetti antropici sul clima, sia investendo in attività industriali ecosostenibili sia riducendo la produzione di gas con effetto serra (di cui è particolarmente responsabile il settore militare).

Uno squilibrio crescente

Le conseguenze di uno spostamento degli investimenti industriali – dai settori civili al settore militare – che sono da molti anni in atto in molti Paesi è stato recentemente studiato da due ricercatrici del Watson Institute (Brown University), un Centro di ricerche specializzato in studi volti a promuovere un mondo giusto e pacifico attraverso la ricerca, l’insegnamento e l’impegno pubblico.  Le Autrici hanno esaminato la situazione degli Stati Uniti, e i loro risultati sono chiari:

Heidi Peltier, 2023. We Get What We Pay For: The Cycle of Military Spending, Industry Power, and Economic Dependence  (Otteniamo ciò per cui paghiamo: il ciclo delle spese militari, del potere industriale, della dipendenza economica) Questo documento dimostra che la riduzione del bilancio militare e il finanziamento di altre priorità come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’energia pulita e le infrastrutture contribuiranno ad aumentare altre forme di sicurezza: il tipo di sicurezza umana significativa radicata nella buona salute, in buone condizioni di vita e in una società produttiva e ben istruita, aumentando al contempo l’occupazione a livello nazionale.

Il ciclo perpetuo della crescente spesa militare USA

Increased military spending Aumento della spesa militare

Military contractors profit I contractor militari ne traggono profitto

Military industry gains power and lobbies for more money  L’industria militare acquisisce potere e fa pressioni per ottenere più denaro

Military economy becomes further entrenched  L’economia militare si consolida ulteriormente

Military spending is seen as too important to cut La spesa militare è considerata troppo importante per essere tagliata

Miriam Pemberton, 2023. From a Militarized to a Decarbonized Economy: A Case for Conversion.  (Da un’economia militarizzata a un’economia decarbonizzata: uno studio di caso.) Il rapporto chiarisce che è necessario effettuare tagli significativi alla spesa militare e che tali fondi devono essere reindirizzati ad attività industriali civili ecosostenibili, per consentire la transizione da un’economia militarizzata a un’economia decarbonizzata, necessaria ad affrontare l’attuale situazione di instabilità socio-ambientale.

Siamo interconnessi

I/le giovani del Sud costrett* a spostarsi nel Nord per studiare, con l’obiettivo di trovare poi lavoro nelle industrie settentrionali, non si pongono molte domande sulle implicazioni delle loro future scelte lavorative. Non sanno che le loro competenze e la loro creatività saranno messe al servizio di poche, grandi aziende che traggono grandi profitti dalle guerre, e influenzano gli attori politici ad alimentare l’insicurezza dei cittadini, proponendo il controllo militare e la risposta armata come soluzione dei conflitti, sia interni che internazionali.

Il linguaggio che caratterizza le tematiche di ‘difesa e sicurezza’ nasconde la realtà dietro etichette ingannevoli (un aereo da combattimento viene indicato come “sistema di sistemi”; si cura il “design modulare” dei carri armati antiaerei…): oggetti costosissimi, costruiti per uccidere, che la società civile si vede costretta suo malgrado a sostenere finanziariamente.  Non è facile riconoscere e spezzare il circolo vizioso che vede continuamente aumentare le spese militari, il potere economico del comparto militare, e il suo pervasivo potere politico.

 Una prima valutazione tendenziale della spesa militare complessiva “diretta” per il 2024 è di circa 28,1 miliardi di euro con un aumento di oltre 1400 milioni rispetto alle medesime valutazioni effettuate sul 2023: una crescita percentuale del 5,5% rispetto all’anno precedente.

Ma qualcosa si può fare. In ogni settore della società è importante sviluppare crescente consapevolezza delle interconnessioni che danno a ciascun* di noi il peso di essere manipolati, che ci caricano della responsabilità di alimentare nostro malgrado il circolo vizioso, ma anche la possibilità di esprimere a parole, di denunciare pubblicamente, di agire in concreto per smascherare e porre fine alla ragnatela di violenze dirette, strutturali e culturali che sta soffocando l’Italia.

Sono sempre più numerose le realtà che non solo studiano, documentano, agiscono per contrastare la crescente militarizzazione del nostro Paese, ma propongono percorsi di resistenza nonviolenta ai quali è possibile partecipare.

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Elena Camino è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e Gruppo ASSEFA Torino.

 

 

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