(Italiano) Cina: Yin/Yang
ORIGINAL LANGUAGES, 23 Dec 2024
Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service
– Eccellenze, signore e signori – un grande onore essere in un comitato di esperti con il Direttore del CPC-CC [Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, ndt] Affari Esteri, il Vice-Ministro agli Affari Esteri, il Capo-Redattore di China Daily, il Decano dell’Ufficio Nazionale della Lingua Cinese, il Vice-Comandante dell’Esercito Popolare di Liberazione. Esprimo la mia gratitudine all’Associazione del Popolo Cinese per la Pace e il Disarmo e al Comitato di Servizio agli Amici Americani per avermi portato in questa decima visita alla Cina dal 1973, e all’Università di Studi Esteri di Pechino per avermi invitato a questo Forum sulla Diplomazia Pubblica e l’Immagine Internazionale della Cina.
Definisco la diplomazia pubblica come diplomazia per la gente e da parte della gente. Lo scopo non è né le pubbliche relazioni né la propaganda, bensì riunire i popoli del mondo rendendoli comprensibili reciprocamente. Come le lingue hanno la propria logica, così pur tutti i paesi, tutte le nazioni.
L’immagine internazionale della Cina è passata da brutta ad ambigua. La brutta immagine era dovuta alla rivoluzione, vista come anti-occidentale e anti-capitalista, a certi eccessi, e alla teoria generale del “pericolo giallo” basata sulle dimensioni e l’“imprevedibilità”, vale a dire sulla carenza di comprensione occidentale. L’ambiguità è dovuta alla crescita fenomenale – 300 anni di sviluppo occidentale nei 30 anni dalla riforma ZES [Zone Economiche Speciali, ndt] di Deng Xiaoping, iniziando con Shenzen e i coltivatori prossimi alla città che commerciavano i propri prodotti direttamente – e alla sua apertura. Dai 6 milioni di biciclette a Pechino ai 4 milioni di automobili in 20 anni. Da un agglomerato di villaggi a una splendida funzionale megalopoli.
Ciò ha colto di sorpresa l’Occidente, e quando si è detto sì, crescita ma con carenze in diritti umani e democrazia e danno ambientale, si tentava anche di procurarsi un appiglio concettuale a qualcosa che non si riusciva a capire proiettando la logica occidentale sulla Cina.
C’è bisogno di una immagine più profonda della Cina, aldilà della conoscenza della cucina e della medicina tradizionali e delle arti marziali cinesi. Il grosso compito è spiegare la logica della Cina. Che ha mancato di farlo perché la Cina dà per scontata la sua cultura profonda e perché cerca di spiegare sé stessa con logica occidentale.
La cultura profonda è basilare per gli studi di pace. Mia moglie Fumiko Nishimura e io abbiamo scritto una quarantina d’anni fa un libro, Imparare dal popolo cinese, pubblicato in parecchie lingue, usando la logica cinese per capire; cercando di rispondere a tre domande che si fanno sulla Cina.
- Perché la Cina cambia così sovente politica, come dalla riforma agraria al Grande Balzo in Avanti alla Rivoluzione Culturale alla moderazione delle ZES e all’apertura e all’oscillazione fra un capitalismo a tutto vapore e la moderazione per esempio del gran discorso di Hu Jintao al 17° Congresso del CPC nell’ottobre 2007, nell’affrontare le disuguaglianze, i problemi ambientali e i deficit di democrazia? Tali cambiamenti sembrano avvenire all’ incirca ogni 9 anni, con il periodo 1976-80 di gran confusione. Il prossimo cambiamento basilare potrebbe essere nel 2016; ne ho qualche intuizione, ma al di fuori del tema di questa conferenza.
- Com’è possibile questa crescita, comprensiva del sollevamento di 400 milioni di persone dalla miseria alla vita da classe medio-bassa in soli, diciamo, 14 anni, e
- La Cina eserciterà una dominazione mondiale, rilevando il ruolo dopo gli USA?
Alla prima domanda la mia risposta è stata, sì, ci sono stati cambiamenti enormi, più che in Occidente in generale, ma si tratta della Cina: la Cina è cambiamento, e l’è sempre stata. Per la Cina la contraddizione è normale, spingi qualunque yin e salta fuori uno yang. Nulla è definitivo. Questo è lo spirito del taoismo, la contraddizione eguaglia pericolo e opportunità; si tratta di usare in modo costruttivo l’energia della contraddizione. L’Occidente cerca uno stato di cose definitivo; la Cina sa che non ce n’è e accosta l‘orecchio a terra per sentire i brontolii delle contraddizioni. Ciò richiede saggezza: (un) confucianesimo. Molta della dialettica fra crescita e distribuzione è veicolata dal buddhismo. La Cina è eclettica, san fa, tre civiltà.
Alla seconda domanda: è emerso un equilibrio stato-capitale, capit-comunismo ispirato anche al Giappone. Deng Xiaoping disse: “Lavorare insieme anziché litigare su chi ha ragione”. In Occidente gli USA erano solo per capitale-mercato, e l’URSS solo per stato-pianificazione, e hanno ingaggiato una gara di armamenti nucleari per quel dualismo. La Cina è per combinare l’incombinabile, ma allora ci saranno contraddizioni, come fra l’est e l’ovest in Cina, e fra coltivatori vicini alle città e quelli lontani. Per sollevare le condizioni di una comunità, la Can fa cooperare il settore pubblico, quello privato, quello tecno-scientifico, la società civile e il partito. Che vengono invece perlopiù tenuti in disparte in Occidente; riunirli crea un enorme dinamismo. Ma ci saranno contraddizioni; qualcuno resterà indietro, da articolarsi in termini di diritti umani, o di armonia sociale cinese. Due lingue che non si escludono reciprocamente.
Riguardo alla terza domanda: dal 500 al 1500 il mondo era l’Asia, e la “via della seta” era commercio per terra e per mare, dalla China via India-Arabia a Somalia-Africa, meno all’Europa (assiro per buio). L’idea classica della Cina era il territorio fra le catene dell’Himalaya, il deserto del Gobi, la tundra e il mare, con problemi di sovranità e autonomia. Ma la Cina han [etnia specifica] non uscì mai alla conquista, furono gli estranei ad entrare.
Il dinamismo era nel tempo (dinastie), non nello spazio (imperialismo). La Cina ha un gran lavoro da fare, e cose da spiegare, entro quell’ importante sacca di mondo, e HongKong-Macao, Cina–un paese due sistemi: un deciso sforzo per arrivare a un equilibrio yin-yang. Fuori da quella sacca, la logica cinese è rapporti pacifici con rispetto per la Cina. Un progetto di mondo imperiale è alieno alla logica cinese. Ma l’armonia mondiale è tanto cinese – confuciana particolarmente – quanto sociale e personale. Fioriscano migliaia di dialoghi – l’essenza della democrazia – entro e con la Cina.
Può la Cina spiegarsi energicamente, con una Davos cinese a Hong Kong? E con una CNN-BBC cinese? Altri anno molto da imparare, come la Cina da altri, a beneficio reciproco e uguale – l’essenza della pace positiva.
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Originariamente pubblicato il 13 settembre 2010 #129
Johan Galtung (24 ottobre 1930-17 febbraio 2024), era professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, e è stato il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 170 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.
Original in English: Yin/Yang: China – TRANSCEND Media Service
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
Go to Original – serenoregis.org
Tags: ASEAN, Asia and the Pacific, BRICS, Belt and Road, China, Cooperation, Diplomacy, Global South, Yin Yang
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