(Italiano) Costruiamo le alternative alla guerra
ORIGINAL LANGUAGES, 14 Apr 2025
Redazione | Centro Studi Sereno Regis - TRANSCEND Media Service
Contributo del Centro Studi Sereno Regis (Torino) per l’Assemblea della Rete Italiana Pace Disarmo, Europa arca di pace o arco di guerra?, Verona 12-13 aprile 2025
Le armi eccitano e riproducono la guerra, non difendono.
– Contro questi venti di guerra, contro le politiche che vedono nel riarmo la sola strada per garantire la pace, occorrono ampie alleanze politiche sia a livello istituzionale che da parte dei Movimenti: costruiamo, insieme, le alternative alla guerra.
Mentre la grande maggioranza dei cittadini (italiani ed europei), infatti, è contraria alla guerra – e vede l’investimento nelle spese militari come impoverimento e sottrazione di risorse a quelle tutele sociali che creano vera sicurezza (welfare, istruzione, sanità pubblica, lavoro) –, l’attuale leadership europea punta tutto sul riarmo come strumento di difesa e sicurezza per il continente, in uno scenario internazionale che vede riemergere con forza una logica di spartizione del mondo secondo il diritto del più forte.
In questa prospettiva, la produzione di armamenti diventa anche motore di un’economia di guerra, per fare dell’Europa una potenza in competizione con le altre.
L’indebolimento delle istituzioni internazionali come l’ONU e l’attacco diretto alla Corte Penale Internazionale – con le misure sanzionatorie assunte nei confronti dei suoi funzionari da parte sia degli Stati Uniti di Trump che della Federazione Russa di Putin – indica una chiara volontà di rifiuto delle regole internazionali, volte a tutelare i diritti di tutti, in favore di scelte compiute nel solo interesse nazionale, facendo valere la superiorità della forza sulla forza del diritto.
Tutto ciò è particolarmente grave quando a farne le spese sono popoli interi come i palestinesi, nei confronti dei quali sono praticate impunemente dal governo israeliano di Netanyahu politiche genocidarie di pulizia etnica, senza che nessuno muova un dito per fermarle.
In questo quadro, solo una forte mobilitazione di tutte le realtà (partiti, sindacati, movimenti dell’associazionismo di base e della società civile) che credono in un altro modello di società e di Europa, potrebbe porre dei freni a questa deriva. Servono però alleanze anche internazionali e soprattutto a livello europeo, con Campagne come quelle alle quali la Rete Italina Pace Disarmo già collabora, per creare consapevolezza, indurre comportamenti di resistenza e compiere scelte efficaci, a livello personale e collettivo, fino a creare quella massa critica capace di produrre cambiamento. Con manifestazioni, appelli, denunce, obiezioni di coscienza, boicottaggi mirati e concordati a livello internazionale, per sottrarre consenso a soggetti e centri di potere che stanno svuotando e stravolgendo la democrazia.
Il pericolo, infatti, più che da una invasione esterna, viene dall’interno, dalle fratture e dalle contraddizioni dei nostri sistemi democratici, che producono insicurezza sociale e alimentano la crescita delle destre.
Quale ruolo dunque per un’Europa che sia arca di pace, in un simile scenario?
Riteniamo che sia giunto il momento, approfittando della «freddezza» degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa, per assumere finalmente quel ruolo di neutralità attiva, punto di congiunzione per una alleanza tra Paesi che intendono sottrarsi alla spartizione del mondo tra potenze egemoni; per creare una sorta di nuova edizione di «Paesi non allineati», impegnati a promuovere una sicurezza condivisa fondata sul disarmo e sulla collaborazione, per contrastare le sfide globali del nostro tempo quali il riscaldamento climatico, le pandemie, la crescita delle diseguaglianze…
In questa direzione dovremmo:
- riprendere con forza il progetto di Alex Langer, già discusso e approvato
«promuovere la istituzione di un Corpo Civile Europeo di Pace,
che riunisca le competenze degli attori istituzionali e non istituzionali in materia di prevenzione dei conflitti, risoluzione e riconciliazione pacifica dei conflitti, al fine di rendere la gestione civile delle crisi dell’Unione Europea più credibile, coerente, efficace, flessibile e visibile», (Commissione Esteri del Parlamento Europeo, 29 novembre 2023).
A tal fine, potrebbe servire la creazione dal basso di un Albo nazionale dei volontari e professionisti di Corpi Civili di Pace che si possano proporre in tutte quelle situazioni che richiedono un’attenta osservazione del rispetto dei diritti umani (monitoraggio elettorale, rispetto di accordi di pace…);
- rilanciare il progetto di legge «Un’altra difesa è possibile», parallelamente alla proposta di Obiezione di coscienza rivolta in particolare ai giovani che potrebbero essere richiamati in caso di ripresa della Leva militare obbligatoria, solo sospesa.
Nel 2003 il Movimento per la pace era stato descritto come la «seconda.potenza» globale. Il momento è diverso, ma di fronte al pericolo estremo, ci sono tutte le condizioni per riprovare.
Tags: Activism, Anti-militarism, Anti-war, Centro Studi Sereno Regis, Culture of Peace, Demilitarization, Disarmament, Peacebuilding
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