(Italiano) Guerra, ambiente, nonviolenza
ORIGINAL LANGUAGES, 30 May 2016
Elena Camino – Centro Studi Sereno Regis
23 maggio 2016
«La frantumazione del sapere, la mancata percezione della complessità umana lascia spazio alla barbarie. Ma attenzione, perché alla barbarie a noi più nota, che è quella della guerra, delle torture, della fame, se ne aggiunge un’altra fatta dal calcolo, dal profitto, dalla tecnologia al servizio dell’economia. Sono due demoni fra loro alleati, anche se si manifestano in modo differente nei vari luoghi del pianeta».
— Edgar Morin, conferenza Teatro dal Verme di Milano l’11 novembre 2009
La strategia militare internazionale dell’Italia
Armarsi…
Da anni – nonostante il succedersi di governi di vario colore politico – la strategia dell’Italia in tema di ‘difesa’ è rimasta la stessa: dotarsi di armamenti sempre più costosi e pericolosi, in grado attaccare i nemici per oltre i confini nazionali.
Alcuni dati:
- nel 2013 si approva l’ultima tranche di stanziamento per la costruzione di due nuovi sommergibili U 212 che si affiancheranno a quelli in esercizio con base a Taranto. Sono sommergibili di “ultima generazione” della classe U 212, detta anche classe Todaro1. Due battelli, come dicono in gergo, che costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all’altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi.
- 4 maggio 2015 ROMA – L’Italia acquista i primi 8 F-35. La prima base operativa con l’F-35 sarà Amendola (Foggia), la seconda Grottaglie (Taranto), che dovrebbe ricevere il primo aereo nel 2018. Poi sarà la volta della portaerei Cavour, che riceverà il modello a decollo verticale ed infine toccherà a Ghedi (Brescia).
- Il 4 luglio 2015 è stato varato presso lo stabilimento navale militare di Fincantieri del Muggiano (SP) il sommergibile Romeo Romei, quarta unità della classe Todaro (tipo U212A) e gemello del sommergibile Venuti varato il mese di ottobre dello scorso anno2. Il nuovo battello è dotato di un innovativo sistema d’arma, basato sul nuovo siluro pesante di produzione nazionale (Black Shark Advanced) realizzato dalla ditta WASS.
- Novembre 2015 : il governo Renzi conferma ufficialmente e definitivamente lo stanziamento di 13 miliardi di euro per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri F353. Il budget aggiornato al luglio 2015 per il programma F35 prevede la spesa di 12 miliardi e 356 milioni di euro, che sommati al mezzo miliardo per i lavori di predisposizione di basi dell’Aeronautica Militare e altre infrastrutture danno un totale di quasi 13 miliardi.
- Novembre 2015. Questo è il dettaglio dei programmi militari sostenuti dal Mise: quasi un miliardo e mezzo per programmi aeronautici (cacciabombardieri Eurofighter, velivoli M346, elicotteri Hh101 per l’Aeronautica e Nh90 per Esercito e Marina), circa 900 milioni per le nuove navi da guerra della Marina (fregate Fremm, nuovi pattugliatori/lanciamissili e nuova portaelicotteri), 200 milioni per i blindati Freccia dell’Esercito e altri 100 milioni per il programma Forza Nec di digitalizzazione delle forze terrestri.4
- 16 maggio 2016. I sommergibili che difendono l’Italia5 . I sommergibili sono parte integrante della missione Mare Sicuro, affidata dal governo alla Marina, che da tredici mesi vede 900 marinai pattugliare il Mediterraneo centrale, al largo delle coste del Nord Africa e in particolare della Libia.
… e armare gli altri!
E’ notizia recente la firma di un accordo tra Italia e Kuwait, che assegna una commessa record per Finmeccanica: 28 caccia Eurofighter al Kuwait. È il più avanzato aereo da difesa multiruolo di nuova generazione oggi sul mercato.
Un miliardo di investimenti nei prossimi cinque anni e 200 nuovi posti di lavoro entro il 20176: sono questi i punti salienti dei programmi di Finmeccanica nell’area torinese annunciati stamani dall’amministratore delegato del gruppo Mauro Moretti (un personaggio ben noto al pubblico italiano7 .
Ad oggi otto nazioni8 hanno complessivamente ordinato 599 esemplari dell’Eurofighter Typhoon9, che nasce dalla collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna.
L’Italia ‘ospita’ armamenti nucleari
In alcuni Paesi una parte importante del bilancio per la Difesa è speso per mantenere, rimodernare e, in alcuni casi, moltiplicare gli arsenali atomici. All’inizio del 2015 nove Stati (USA, Russia, UK, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Nord Corea) possedevano circa 15.850 armi nucleari, di cui 1.800 in stato di allerta operativa (dati SIPRI 2015).
In Italia ci sono 59 basi militari americane. È il primo avamposto statunitense in Europa per numero di bombe nucleari schierate, e il quinto al mondo per numero di installazioni militari. Sono 70 in tutto, ed è un arsenale custodito in sole due basi: 50 ad Aviano in provincia di Pordenone, 20 a Ghedi in provincia di Brescia. A rilevarlo è la Federation of American Scientist10, organizzazione fondata nel 1945 a Washington, che si occupa di analizzare i numeri legati alla presenza di armi nucleari nel mondo.
A Ghedi sono stati fotografati camion WMT della Nato, utilizzati per la manutenzione di questo tipo di bombe. E l’aeroporto è la base dei “diavoli rossi” del 6° stormo dell’Aeronautica Militare Italiana, che ha in dotazione cacciabombardieri Tornado, una tipologia di velivolo che può essere armato con bombe nucleari.
La base di Aviano è invece oggi base del 31esimo Fighter Wing dell’aviazione statunitense, che ha due squadroni che volano su F-16, anch’essi a capacità di armamento nucleare.
E’ del gennaio 2016 la notizia che «Le più piccole bombe Usa alimentano la paura nucleare»: così titolava The New York Times, riferendosi alle B61-12, le nuove bombe nucleari che gli Usa stanno per installare anche in Italia al posto delle B-61 schierate ad Aviano e Ghedi-Torre11.
Tempi di pace per preparare la guerra
Al di là della preoccupazione (o della retorica?) sulla necessità di ‘difendere la patria’, le scelte del nostro governo sono orientare ad assicurare il ‘benessere economico e la crescita’ per la società italiana.
Come si legge su un quotidiano torinese (l’area più direttamente interessata all’accordo con il Kuwait) , “è nella costruzione degli aerei, in Italia, e nell’addestramento di piloti e personale di terra (in collaborazione con l’Aeronautica militare italiana) che si concentra la quota più ampia del valore della commessa. Poi c’è la logistica e c’è l’aggiornamento delle infrastrutture aeroportuali necessario per far volare gli Eurofighter Typhoon nelle basi aeree dell’aeronautica kuwaitiana. Da aggiungere anche le sottocommesse, come per radar e contromisure elettroniche. La ricaduta in Italia è ampia, ed è un volano che coinvolgerà l’ampia filiera delle pmi dell’indotto e che darà un buon sostegno all’occupazione nel settore. Il maggiore coinvolgimento sarà per l’area di Torino, che beneficerà dell’impatto più ampio, ma gli effetti toccheranno anche Toscana, Puglia e Campania.12
In un paese come l’Italia, che sta attraversando una grave crisi economica, la prospettiva del posto di lavoro vince ogni scrupolo morale. E la fotografia della Ministra Pinotti a colloquio con il suo collega del Kuwait suscita compiacimento e approvazione, per l’abilità diplomatica del nostro governo.
Tutte le iniziative del governo fin qui descritte sono state realizzate in tempo ‘di pace’. Riprendendo le parole di Edgan Morin – alla barbarie a noi più nota, che è quella della guerra, delle torture, della fame, se ne aggiunge un’altra fatta dal calcolo, dal profitto, dalla tecnologia al servizio dell’economia – possiamo concordare con lui nel pensare che ‘sono due demoni tra loro alleati’…
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Elena Camino è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e Gruppo ASSEFA Torino.
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