(Italiano) 2 ottobre. Giornata internazionale della Nonviolenza
ORIGINAL LANGUAGES, 3 Oct 2016
Silvia Berruto – TRANSCEND Media Service
Oggi le amiche e gli amici, persuasi della Nonviolenza, sono particolarmente coinvolti.
Agire la nonviolenza a partire dall’affrontare, per risolvere, la propria violenza interiore. A partire da sè.
Per giungere ad un punto che altro non sarà che un obiettivo, una tappa, una transizione da cui trans-ire per continuare.
Spesso sembra di dover ricominciare. Sempre quando le armi hanno APPARENTEMENTE la meglio e così è effettivamente per tutte le-gli esseri senzienti uccisi e COLLETTIVA è la responsabilità. NOI dobbiamo ricominciare in ogni istante, e da zero, finché un’arma verrà usata. Dunque costruita, comprata, distribuita coi soldi delle tasse delle donne e degli uomini di tutto il pianeta. Di ognuno di NOI.
Perché, mi domando e domando, nessun sostenitore del SI al referendum costituzionale – salvo errori e, non solo mie, OMISSIONI – ha detto che l’ITALIA potrebbe risparmiare in primis sulle ARMI.
Perché, domando e mi domando, nessun sostenitore del SI dice che ogni cittadina e ogni cittadino potrebbe fare, da chi non arriva alla prima settimana del mese a chi ha pluripensioni e vitalizi, grandi risparmi. Di morti e di vite distrutte persempre, prima che di soldi.
“Un euro al giorno leva la guerra di torno” diceva Nanni (Salio).
Perché nessun sostenitore del SI ha l’onestà intellettuale di segnalare e spiegare tutti i passaggi di modifica dell’ARTICOLO 78 sulla DICHIARAZINE DELLO STATO DI GUERRA ?
Perché non si dice che se passa la nuova s-versione della Costituzione anche su questo articolo deciderà solo LA CAMERA e non più anche i senatori cancellando così la maggioranza assoluta dei componenti.
Perché i deformatori di testi e di articoli non dicono al popolo italiano che nella prima versione era prevista, e sufficiente, la maggioranza semplice dei presenti.
Cito Ernesto Incorvaia e la parte finale del suo messaggio del 20 febbraio 2015:
“I deputati pacifisti avevano proposto che la maggioranza fosse qualificata, almeno dei due terzi. Visto che l’articolo 11 della Costituzione ci dice che «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa», se questa deve essere dichiarata (evidentemente in casi eccezionali, estremi e solo per motivi di difesa dei confini), allora che sia una decisione il più condivisa possibile. I loro emendamenti sono stati bocciati.
Perché la modifica di venerdì notte è gravissima?Perché la riforma costituzionale è affiancata da una riforma elettorale (l’Italicum) che prevede il premio di maggioranza al partito vincitore delle elezioni. Il combinato disposto delle due riforme dà di fatto ad un partito politico (che potrà avere la maggioranza assoluta alla Camera anche con una maggioranza relativa dei voti dell’elettorato) il potere e la responsabilità di dichiarare lo «stato di guerra».
E come potrebbe avvenire dunque, nella prospettiva di cambiamento e di applicazione del nuovo testo dell’ex articolo 78, la decisione di intervenire in Libia ? Risegnalo il pezzo di Mao Valpiana “Avventura libica: Eia, Eia ! Alalà ! C’era una volta l’articolo 11” dello scorso 12 marzo. (https://silviaberruto.wordpress.com/2016/03/12/avventura-libica-eia-eia-alala-di-mao-valpiana-presidente-nazionale-del-movimento-nonviolento-ricevo-e-volentieri-posto/).
Perché non vogliamo spendere per la vita di tutte e di tutti, piuttosto che per la morte di tutte e di tutti.
Che senso ha oggi essere e fare il medico, soprattutto in zone di guerra, se non quello di dire di NO alla guerra in una disperata e disperante marcia, senza fine, in salita come è quello di Sisifo ?
Che senso ha essere un giurista e un costituzionalista, non solo in zone di guerra, se non quello di dire, con leggi migliori, che altri modi e mondi sono possibili. E poi darsi da fare per costruirli.
Che senso ha oggi essere un giornalista se non è di GIORNALISMO DI PACE che si deve parlare, scrivere e raccontare.
Col/i COSTRUZIONISMO/I della guerra si dice SI a tutto ciò che distrugge. Quando parlo delle armi agli studenti dichiaro sempre, col groppo in gola, che non ho mai visto un’arma che, sparando, produca VITA …
Perché torturarci, e farci torturare, con acrobazie ed equilibrismi improbabili come le definizioni di GUERRE UMANITARIE?
Perché non volere subito che bambine e bambini, giovani donne e uomini, anziane e anziani di dovunque, siano felici e VIVI a livello planetario?
Con tutti i diritti alla VITA, al cibo, all’uguaglianza, alla salute, allo studio, rispettati.
Questo passaggio culturale e umano è una RIVOLUZIONE possibile e attuabile in una vision e in una prospettiva “PANORAMICA” in cui la Nonviolenza, davvero salvifica, è il varco della storia, come ha insegnato Aldo Capitini.
Per la realizzazione di una ECONOMIA, nonviolenta, applicata e planetaria, buona PER TUTTE E PER TUTTI.
Non solo per qualcuno.
Perché o TUTTI SONO LIBERI o NESSUNO è LIBERO.
Neppure di VIVERE.
Oppure si sia coscienti di vivere a tradimento! Aggiunga ogni lettore i complementi oggetti che ritiene più significativi e rappresentativi.
Allora oggi, ieri e domani, pur nella totale disperazione nei confronti delle armi, con altre e con altri, sto cercando di impegnarmi in ciò che so e che imparo a fare, quotidianamente, per un’utopia concreta: per UN’ALTRA DIFESA POSSIBILE.
cs_2ottobre_altradifesapossibile
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Silvia Berruto, referente per la Valle d’Aosta di UN’ALTRA DIFESA E’ POSSIBILE
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