(Italiano) Antropocene e Ecocene: Due Ere Geologiche a Confronto

ORIGINAL LANGUAGES, 30 Oct 2017

Leonardo Boff – TRANSCEND Media Service

2 ottobre, 2017 – Il primo a elaborare una ecologia della Terra come un tutto, già negli anni venti del secolo passato, è stato il geochimico russo Vladimir Ivanovich Vernadsky (1863-1945). Lui ha conferito carattere scientifico all’espressione “biosfera” creata nel 1875 dal geologo austriaco Eduard Suess. Negli anni 70, insieme a James Lovelock, si sviluppò la teoria di Gaia, la Terra che si comporta come un superorganismo vivo che sempre produce e riproduce vita. Gaia, nome greco per la Terra viva, non è argomento da New Age, ma il risultato di minuziosa osservazione scientifica.

La comprensione della Terra come Gaia offre la base a politiche globali, come per esempio, il controllo del riscaldamento della Terra. Se superasse due gradi Celsius, (e ci siamo vicini) migliaia di specie vive non avranno la capacità di adattarsi e di ridurre al minimo gli effetti negativi della situazione cambiata. Sparirebbero. Se avvenisse già in questo secolo un “riscaldamento improvviso” (tra i 4-6 gradi Celsius) come prevede la società scientifica nordamericana, le forme di vita che conosciamo non resisterebbero e gran parte dell’Umanità correrebbe grave rischio di estinzione.

Vari scienziati, specialmente il premio Nobel in chimica, l’olandese Paul Creutzen e il biologo Eugene Stoermer si resero conto, già nell’anno 2000, di mutazioni profonde avvenute nella base fisico-chimica della Terra e forgiarono l’espressione antropocene. A partire dal 2011 l’espressione già occupava pagine di giornali.

Col termine antropocene si vuole segnalare il fatto che il grande nemico della biosfera che è l’habitat naturale di tutte le forme di vita, è l’aggressione sistematica degli esseri umani verso tutti gli ecosistemi che, insieme, formano il pianeta Terra.

L’antropocene è una specie di bomba a orologeria carica, che esplodendo può mettere a rischio tutto il sistema vita, la vita umana e la nostra civilizzazione. Viene da fare una domanda: che stiamo facendo collettivamente per disinnescarla? E’ importante identificare quello che abbiamo fatto perché nascesse questa nuova era geologica. Alcuni l’attribuiscono all’introduzione dell’agricoltura, diecimila anni fa quando abbiamo cominciato a sollecitare il suolo e l’aria. Altri pensano che è stato verso la metà del secolo diciotto, quando è iniziato il processo di industrializzazione che comporta un sistematico intervento nei ritmi della natura,sversando sostanze inquinanti nei suoli, nelle acque e nell’aria. Altri hanno scelto la data del 1945 con l’esplosione di due bombe atomiche sul Giappone e i successivi esperimenti atomici che hanno spinto la radioattività nell’atmosfera. E negli ultimi anni, le nuove tecnologie si sono impadronite della Terra, esaurendo i suoi tesori e servizi naturali, ma causando pure la diffusione nell’atmosfera di tonnellate di gas che producono l’effetto serra e miliardi e miliardi di litri di fertilizzanti chimici nei suoli che causano il riscaldamento globale e altri eventi estremi.

L’imperativo categorico è che urge cambiare il nostro rapporto con la natura e la Terra. Non è più possibile considerarla come un bancone di negozio che vende risorse di cui possiamo disporre a nostro piacere, sopratutto, allo scopo di accumulare privatamente beni materiali. La Terra è piccola e le sue ricchezze e servizi sono limitati. E’necessario produrre tutto quello di cui abbiamo bisogno, non per un consumo smisurato, ma con una sobrietà condivisa, rispettando i limiti della Terra e pensando alle richieste di coloro che verranno dopo di noi. La Terra appartiene a loro e noi l’abbiamo presa in prestito per lasciarla loro arricchita.

Come si capisce è importante enfatizzare che abbiamo da inaugurare il contrappunto all’era dell’antropocene che è l’era dell’ecocene. Cioè: la preoccupazione centrale della società non sarà più lo sviluppo/crescita sostenibile ma ecologia, l’ecocene, che garantiscono la cura di tutto ciò che è vita. A questo scopo servono economia e politica.

Per preservare la vita è importante la tecno-scienza ma ugualmente occorre la ragione cordiale e sensibile. In questa troviamo la sede dell’etica, della compassione, della spiritualità e della cura devota della vita. Questa etica della cura imbevuta con una spiritualità della Terra ci impegnerà con la vita contro l’antropocene.

Pertanto, si rende necessario costruire una nuova ottica che ci apra a una nuova etica, mettere sotto i nostri occhi una nuova lente per far nascere una nuova mente. Dobbiamo reinventare l’essere umano, per renderlo consapevole dei rischi che corre, ma soprattutto, che sviluppi una relazione amichevole con la Terra e diventi il medico che cura la vita in tutte le sue forme.

Circa 65 milioni di anni fa è caduto un meteorite di 9,6 kilometri di diametro nella penisola messicana dello Yucatan. Il suo impatto fu equivalente a due milioni di bombe nucleari. Tre quarti delle specie vive scomparvero e con esse tutti i dinosauri che avevano vissuto per 133 milioni di anni sopra la faccia della Terra. Il nostro antenato, un piccolo mammifero è sopravvissuto.

Voglia Dio che questa volta il meteorite distruttore non siamo noi, senza responsabilità collettiva e senza le cure essenziali che proteggono e salvano la vita.

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Teologo brasiliano Leonardo Boff è scrittore e docente universitario, esponente della teologia della liberazione in Brasile. E ‘stato un membro dell’Ordine dei Frati Minori, più comunemente noto come i francescani. Egli è rispettato per la sua storia di difendere cause sociali e discutere le questioni ambientali. Jornal do Brasil giornalista, ha scritto Francesco d’Assisi: la tenerezza e vigore, Vozes,  2000.

Traduzione di Romano Baraglia e Arato Lidia.

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